GROSSETO – Grosseto sul podio della classifica del rating pubblico, terzo dopo Cuneo e Parma, come si legge sull’articolo pubblicato ieri – domenica 12 marzo – dal Corriere della Sera dedicato proprio al rapporto annuale dell’Agenzia Rating Pubblico.
“È un grande risultato per Grosseto, dobbiamo esserne orgogliosi – commenta Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana –. Rendicontare l’utilizzo delle risorse, per gli enti pubblici, è un obbligo ed un modo, per tutti, di misurare la bontà dell’amministrazione; per questo da tempo abbiamo seguito il progetto di Fondazione Etica al quale ha aderito da pochi mesi, oltre al Comune di Grosseto, anche la Regione Toscana. L’analisi che leggiamo oggi è stata svolta sui dati del 2014 e gli esiti confermano il buon lavoro della giunta di Emilio Bonifazi: credo che si debbano far conoscere, perché le risorse pubbliche ben spese sono un vanto per l’intera comunità”.
L’analisi, promossa da Fondazione Etica, è stata effettuata dall’Agenzia Rating Pubblico su un campione di nove comuni italiani: Cuneo, Brescia, Parma, Grosseto, Terni, Frosinone, Salerno, Brindisi, Potenza. Si basa sull’impiego uno strumento di valutazione, il rating Pubblico, calcolato su un algoritmo: per arrivare alla classifica si è tenuto conto di circa cento indicatori (quantitativi e qualitativi), suddivisi in sei macro-aree: «economico-finanziaria», «governance», «gestione del personale», «rapporto con i cittadini-utenti», «rapporto con imprese fornitrici», «rapporto con l’ambiente».
Di cosa si tratta – “Rating Pubblico adotta il punto di vista del cittadino, non necessita della collaborazione delle Pubbliche amministrazioni e nemmeno del loro assenso. Non si occupa solo di quanto spendono i Comuni, ma anche di come e per cosa, misura il grado di effettiva trasparenza, individua alert su possibili fenomeni di corruzione, contribuisce a prevedere il rischio di default. Oltre ai conti occorre verificare come si struttura la governance dell’amministrazione comunale, come gestisce il personale, come funzionano i servizi che eroga, come paga le imprese fornitrici”. Spiega al Corriere della Sera Paola Caporossi, tra i fondatori di Fondazione Etica e coordinatrice del team che ha dato vita all’Agenzia.