GROSSETO – «Sarebbe divertente sapere quanto è costata alla collettività l’iniziativa dello scorso maggio, “Buy Tuscany on the road”, durata una settimana, tra una cinquantina di “buyers stranieri” e 47 non meglio identificati “operatori toscani” del turismo e confrontare il dato con i risultati ottenuti». A chiederlo in una nota è il Movimento 5 Stelle di Grosseto che chiede quale sia l’effettiva ricaduta economica di tutta una serie di eventi, dal game Fair ad AMO alla mostra d’auto d’epoca. Il Movimento 5 Stelle prosegue il «“Buy Tuscany on the road”, un’altra sigla, incomprensibilmente in inglese, per nascondere il vuoto siderale che caratterizza le politiche locali di promozione territoriale e ormai entrata di prepotenza nel ventaglio di attività di GrossetoFiere».
«Sarebbe interessante sapere anche quali assi di finanziamento europeo vengono destinati a questo genere di iniziative – chiede ancora il Movimento dei 5 Stelle – , gelosamente gestite dalla Regione e di solito aventi come obiettivo primario la sopravvivenza delle strutture burocratiche coinvolte, in questo caso Toscana Promozione Turistica. Così, mentre nel mondo moderno si organizzano delle fiere perché si ha qualcosa da vendere e si creano le condizioni migliori perché gli acquirenti potenziali possano comprarle, qui in Maremma ci ostiniamo a seguire il modello arcaico delle fiere agricole del XVIII° secolo, concepite per presentare il progresso e la modernità ai villici».
«Che fatturati sviluppano, per l’economia locale, iniziative come la Mostra Scambio di Auto e Moto d’Epoca a marzo, che riguarda pochi collezionisti – proseguono i pentastellati -, oppure la minuscola AMO (macchine agricole usate) a ottobre, che mette in gioco i pochi rivenditori locali ed un’offerta misera, almeno nelle ultime edizioni, o la stessa Fiera del Madonnino, caratterizzata, la scorsa primavera, dall’ampio spazio dedicato agli autoveicoli usati? Game Fair, l’ultima nata, non fa eccezione: ha successo perché propone accessori da caccia in una terra di cacciatori, ma il problema di organizzare l’offerta di turismo venatorio in Maremma, apparentemente, non interessa a nessuno. Senza esitare, il sindaco ha proposto l’acquisizione del 20% di GFI srl, la società che organizza l’evento in Italia, per 60 euro, da parte di GrossetoFiere».
«Sarebbe anche utile fare un’indagine sulla ricaduta effettiva di simili iniziative, che costano o sottraggono risorse a tutta la collettività, ma hanno effetti – forse – solo sui fatturati dei pochi soggetti coinvolti. Qui in Maremma operano svariate centinaia di agriturismi e altre attività connesse al turismo che dovranno continuare a contare solo sulle loro forze, mentre il nostro territorio è lambito da flussi turistici rilevanti, su Pisa, Firenze e Roma, da Civitavecchia, senza che esista il minimo progetto per almeno provare ad intercettarne anche solo le briciole. Il nostro territorio invece, più di altre regioni, ha bisogno di un progetto di promozione integrata che affronti turismo, produzioni agroalimentari e tutela dell’ambiente in modo sinergico e razionale, che è cosa diversa dall’accompagnare 50 persone in gita turistica per una settimana e presentarli agli amici. E quindi, qualcuno può spiegare a cosa serve GrossetoFiere?».