FOLLONICA – «I termini di soddisfazione, utilizzati sulla stampa i primi di febbraio dagli assessori Andrea Pecorini e Mirjam Giorgieri, con i quali descrivono la riconsegna alla città dell’area Cerreta di Valli in Località Martellino non ci convincono molto». Ad intervenire su questo tema è il Movimento 5 Stelle Follonica.
«Dovrebbero prima di tutto spiegare ai cittadini come sia stato possibile che ben tre Amministrazioni comunali (Scarlino, Gavorrano e Follonica) con i rispettivi assessori, sindaci ed uffici tecnici non abbiano previsto, nei 700 mila euro sostenuti per il nuovo canile comprensoriale in Località la Botte, anche l’evidente e la naturale conseguenza della bonifica dell’area liberata dalla vecchia struttura – afferma M5S -. Non crediamo assolutamente, visto il costo esoso sostenuto per la realizzazione del nuovo canile, che non vi fossero margini per considerare i circa 30 mila euro necessari oggi per bonificare la zona. Forse una svista o una macroscopica inefficienza di ben tre amministrazioni di centro sinistra?»
«Altra questione è quella legata al canile abusivo gentilmente ed eufemisticamente descritto dagli assessori come “alcune strutture leggere utilizzate da privati come ricovero per cani” – continua la nota -. Ci viene da chiedere se il Movimento 5 Stelle non si fosse interessato fin da inizio legislatura con accesso agli atti, interrogazioni al sindaco, comunicati stampa e in ultimo il Blitz del nostro parlamentare Paolo Bernini come sarebbe andata a finire? Basti ricordare che anche in campagna elettorale tanto a destra quanto a sinistra i candidati spendevano parole rassicuranti in favore degli abusivi. Il Movimento 5 Stelle è sempre in attesa di avere dati richiesti nel lontano luglio 2016 in riferimento al monitoraggio promesso dall’assessore Giorgieri sui cani trasferiti e per sapere se in seguito al trasferimento siano stati denunciati decessi, ma molto probabilmente Comune e Asl non hanno intenzione di rispondere».
Il Movimento 5 Stelle «invece risponde agli assessori Pecorini e Giorgieri che il problema non è del tutto risolto, per circa quindici anni ha prevalso una situazione di illegalità per di più in una area naturale protetta sotto gli occhi bendati di tre amministrazioni comunali e del gestore dell’area le Bandite di Scarlino. Credendo fermamente nel rispetto delle leggi e nelle istituzioni è stato depositato a febbraio 2016 un esposto presso la Procura della Repubblica di Grosseto».