FOLLONICA – “Quanto accaduto il 23 Febbraio alla Lidl di Follonica lascia sconcertati per la gravità dei fatti e, di contro, per la “leggerezza” con cui gli autori, irresponsabilmente, compiono azioni così violente». Nella vicenda interviene anche la referente dell’associazione “prima persone” Renata Paolucci e con lei Sabrina Gaglianone, presidente del “Centro Antiviolenza Olimpia de Gourges” e Beatrice Bonetti coordinatrice “Punto di ascolto” di Follonica.
«“Sequestro di persona”, il capo d’accusa che viene imputato loro, è un reato penale pesante punito molto severamente – prosegue la nota -, ma ci chiediamo tuttavia se accanto a questo non ne è ravvisabile un altro, altrettanto grave e preoccupante, quale quello di “istigazione all’odio razziale”. Quello stupido filmato infatti ha innescato on line una infinita serie di farneticanti considerazioni razziste. Auspichiamo che la Procura di Grosseto, così come richiesto dal Codacons “estenda le indagini ai membri di alcuni gruppi presenti su Facebook che in queste ore hanno pubblicato il video e postato commenti di stampo razzista estremamente gravi e pericolosi verso i rom italiani e stranieri”».
«Siamo davvero preoccupati per la disumanità ed il razzismo (perché proprio di razzismo si tratta) che episodi come quello accaduto rivelano esistere anche nella nostra piccola comunità e nel paese e non è la prima volta. Infatti razzismo è considerare l’altro come essere inferiore mediante la denigrazione che porta poi alla disumanizzazione, come se l’altro non appartenesse più alla nostra specie, come se fosse un essere invisibile, e quindi, invisibili fossero anche gli abusi, le ingiustizie e le violenze verso di lui – prosegue -. E quando sarà disumanizzato e invisibile, l’indifferenza sarà il sentimento che molti riserveranno a lui e ai suoi simili. Non ci saranno per loro: indignazione, difesa, sostegno e solidarietà, quando saranno vittime di gesti sciocchi e offensivi. Verso di loro solo indifferenza. Non sono considerati facenti parte della specie umana che risulta costituita da due categorie: quella di prima categoria titolare di diritti e quella di seconda categoria, ovvero priva di diritti».
«Questo è il tipico percorso razzista, di quel razzismo da praticare senza che la coscienza si svegli: tanto chi riceve torti non conta. E’ a questo percorso che diciamo un accorato NO e nel contempo diamo la nostra solidarietà, la nostra vicinanza alle persone che hanno subito offesa, prepotenza e derisione. Ai ragazzi che si sono sentiti eroi chiudendo due donne inermi in un gabbiotto e in questa azione ravvisiamo anche un atto di violenza di genere, auguriamo di arrivare a capire la gravità del loro gesto che non è né eroico – concludono -, né divertente, ma solo stupido e cattivo».