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di Nicola Draoli, Dottore Magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche
Assumere un farmaco per via orale può sembrare una banalità. Spesso non facciamo caso a cosa mangiamo o beviamo subito prima di assumere un farmaco al bisogno e così facendo possiamo rendere inefficace o meno efficace l’azione del principio attivo contenuto nella compressa. Per quanto il consiglio più prezioso sia quello di leggere sempre il foglietto illustrativo (il così detto bugiardino) per sincerarsi del corretto utilizzo, o chiedere al vostro farmacista, medico o infermiere di fiducia, ci sono una serie di raccomandazioni generali che vi riporto sinteticamente.
La caffeina ad esempio tende ad interferire con i farmaci anti ipertensivi , con gli psicofarmaci o gli anti infiammatori. Una pratica da evitare è quella di triturare i farmaci insieme al cibo perché si va a disperdere parte del principio attivo. Sappiamo bene che l’alcol va evitato quando si assumono i farmaci, questo vale anche dopo la somministrazione perché in questo caso l’effetto tende ad aumentare. Così come tende ad aumentare l’effetto anche il succo di pompelmo. In linea di massima la cosa migliore è un bicchiere di acqua a temperatura ambiente (anche la temperatura sia calda che fredda può influire). Se si devono prendere più compresse è preferibile distanziare l’assunzione di qualche minuto
Il famoso detto “assumere lontano dai pasti” vale per la maggior parte dei farmaci che vanno assunti a stomaco vuoto più che altro perché la velocità di assimilazione del farmaco tende a ridursi in particolare con cibi grassi. Questo consiglio diventa quindi particolarmente importante quando assumiamo un farmaco che deve agire velocemente come il paracetamolo (la Tachipirina). Attenzione perché questa regola non vale per tutti i farmaci, in particolare con gli anti infiammatori non steroidei che sono gastro lesivi ( i più famosi e usati sono ad esempio Aspirina, Oki, Brufen, Neurofen, Moment, Aulin). Secondo dati epidemiologici in Inghilterra l’uso di FANS provoca ogni anno circa 2.400 casi di ulcera peptica (dello stomaco o del duodeno). Anche i farmaci antiacido andrebbero presi dopo il pasto semplicemente per permettere loro un azione più efficace.
Un’altra consuetudine che andrebbe evitata è usare i cucchiaini per lo sciroppo invece dei dosatori soprattutto con i bambini che hanno dosaggi molto mirati.
Discorso a parte meritano i colliri. Bisogna prestare particolare attenzione nel lavarsi le mani e non toccare il beccuccio per non rischiare infezioni, motivo per il quale è bene che il collirio sia personale. Le gocce devono cadere nel sacco congiuntivale, quindi nella plica che formiamo quando abbassiamo con il dito la pelle sotto l’occhio. Chiudendo l’occhio lentamente e più volte si formeranno delle gocce di farmaco in eccesso che vanno tolte con un fazzoletto pulito e non con la mano per quanto detto sopra.
Infine un discorso a parte per gli antibiotici. Sappiamo ormai che il loro sovrautilizzo e la tendenza ad assumerli in autonomia, magari perché ne avevamo di scorta in casa, sta creando una popolazione resistente alle infezioni batteriche, per questo vanno presi con cautela e solo dopo consulto medico. Si stima che nel 2050, nel caso la situazione attuale non vada in controtendenza, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con oltre 10 milioni di decessi, addirittura oltre il numero dei decessi attuali per cancro. Gli antibiotici devono essere usati nel dosaggio indicato e assunti per tutta la durata del trattamento prescritto pena la loro inefficacia. Gli antibiotici non servono per i virus, questa è una credenza molto comune, quindi non ha senso utilizzarli per raffreddore o influenza.
Fonte: www.infermieriperlasalute.it