FOLLONICA – Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica, torna a intervenire sul tema dell’accoglienza.
“Capisco i cittadini preoccupati e dubbiosi, soprattutto se nell’etere circolano notizie non corrette – scrive Chirici – Da chi fa politica e sede in una sede istituzionale, ad esempio, il consiglio comunale, mi aspetterei capacità di ragionamento, anche critico, riflessione e misura. Preoccupa il modo con il quale alcuni esponenti delle minoranze hanno affrontato il tema dell’accoglienza e dell’adesione del Comune ad uno specifico progetto. Cosa c’entrino poi i terremotati è tutto da capire. Confondere, mettere tutti i problemi assieme, nascondere la testa sotto terra è uno stile che non condividiamo”.
“Come lista, Gente di Follonica – aggiunge il capogruppo – abbiamo sollevato più volte la necessità di accogliere assieme a quella del rispetto delle regole, di coinvolgere i migranti in attività a beneficio della collettività presso cui si trovano. Niente buonismo: umanità, coinvolgimento, regole da rispettare (ad alcune delle quali anche noi cittadini deroghiamo volentieri). Il tema dello straordinario flusso migratorio non è un problema che Follonica può risolvere innalzando muri: dove è l’Europa? Cosa viene fatto per risolvere i conflitti sulle altre sponde del Mediterraneo? Come frenare l’enorme flusso? E molto altro. Ciò compete all’idea ed al futuro dell’Europa, alle scelte del governo italiano. Il fenomeno c’è, non lo fermiamo certo noi negando a chi scappa da guerre, fame ed assenza di prospettive il diritto a provare un nuovo futuro. E’ certo che altrettanto chiedono ed hanno ancor più diritto i nostri giovani. Ma sono 12 immigrati a cambiare i nostro equilibrio sociale – precario – o a “rubare” pane agli italiani?”
“L’adesione del Comune a questo nuovo progetto – conclude Chirici – risponde a criteri sensati: numero contenuto, controllo diretto del Comune (e non gestione affidata e delegata a chi potrebbe lucrarci e basta), insegnamento della lingua e delle regole, accoglienza (senza togliere casa a nessuno), lavoro utile per la collettività in cambio. E’ un esperimento ben diverso da quanto fatto da comuni vicini (Piombino e Campiglia) i cui effetti deleteri si ripercuotono anche sulla nostra città. Semmai, ragioniamo sulle verifiche del progetto in corso d’opera, i risultati, gli eventuali problemi, correggiamo, modifichiamo, confrontiamoci nel merito. Le bufale non servono a nessuno. Per i terremotati il Comune ha assunto iniziative (poche? Bene, facciamo di più), per le case popolari il sindaco ha delineato impegni e scadenze importanti (non bastano? Noi, ad esempio, abbiamo fatto proposte, altri nessuna). Assumersi responsabilità vuol dire affrontare i problemi che ci sono, fare scelte, renderle compatibili con la realtà sociale ed economica locale. E poi: c’è una sede, il consiglio comunale, nella quale il sindaco ha più volte espresso gli orientamenti dell’Amministrazione senza che alcuna voce si sia espressa nel merito. Farlo adesso è solo facile e scontata propaganda politica di chi, a sua volta al governo dell’Italia, non ha trovato soluzioni efficaci”.