GROSSETO – Sceglie di stare insieme agli studenti il sindaco Antonfracensco Vivarelli Colonna per celebrare la giornata della memoria. Un momento di riflessione che questa mattina ha riunito alla sala Eden i ragazzi del Polo Bianciardi e della scuola media Pascoli.
«Nel Giorno delle Memoria – dice Vivarelli Colonna – abbiamo voluto ricordare questa tragica pagina della storia dell’umanità con i ragazzi delle scuole cittadine. La cerimonia di questa mattina alla sala Eden con gli studenti del liceo musicale del Polo Bianciardi e della scuola media Giovanni Pascoli è stato un momento tanto delicato, quanto commovente. I brani eseguiti dai giovani musicisti e le letture scelte dai ragazzi hanno toccato le corde più profonde di ciascuno di noi. Ogni anno, dopo tanti anni, non deve venire mai meno il dovere e la necessità di conoscere, per riflettere e ricordare l’orrore e la violenza perpetrata dall’uomo ai danni dell’uomo».
«Il mio invito è rivolto ai giovani, affinché chiedano, anzi, pretendano di sapere di quali aberrazioni si è macchiato il genere umano. Chiedere per sapere e per evitare che altri fatti così atroci possano ripetersi. Diamo alle nuove generazioni, nel pieno delle loro crescita, le giuste conoscenze e validi strumenti per sviluppare la capacità critica, per scegliere percorsi diversi e lontani dall’odio e dall’aggressione. Semi da mettere a frutto per un futuro migliore, di pace e di rispetto pur nella diversità delle opinioni, dei gusti, delle inclinazioni personali e dei popoli».
«Facciamo in modo che i ragazzi facciano tesoro di ciò che ha prodotto la storia. Dalle vicende umane, singole e collettive, per imitarne i talenti, laddove possibile, e allo stesso tempo per prendere le distanze da chi ha preferito incamminarsi verso la deriva della violenza, trascinandoci persone, gruppi, intere generazioni e Paesi».
«Tra le letture di questa mattina faccio mia, come uomo e come sindaco di Grosseto, una citazione dal libro di Primo Levi: … “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre”».
«E con questa frase voglio rendere omaggio a quanti hanno subito feroci sofferenze, a quanti non ce l’hano fatta e a quanti sono sopravvissuti, portando con sé il marchio indelebile della violenza subita».