GROSSETO – Sugli attacchi dei predatori alle greggi in Maremma interviene anche Luca Sani.
«Il prossimo 2 febbraio – sottolinea il presidente della XIII commissione agricoltura della Camera – gli allevatori avranno a disposizione un ampio ventaglio di nuovi strumenti per tutelare le loro greggi, e questo finalmente aprirà una stagione positiva per la gestione faunistica del lupo, più compatibile con le attività produttive legate alla pastorizia.
La possibilità di procedere ad abbattimenti selettivi del 5% degli esemplari di lupo insediati in Italia, in questo senso, è solo una delle 22 misure contemplate dal Piano d’azione del lupo che sarà discusso per il via libera definitivo dalla Conferenza paritetica Stato-Regioni. Una misura sulla quale sarebbe fuorviante esasperare le contrapposizioni rispetto a tutte le altre».
«Rispetto alla precedente versione del Piano – aggiunge Sani – risalente al 2002, sono stati fati molti passi in avanti, individuando sulla basa di studi scientifici e verifiche sul campo azioni di dettaglio con la definizione di tempi, priorità, responsabilità, programmi e indicatori di realizzazione.
Le novità più rilevanti che interessano gli allevatori colpiti da fenomeni di predazione, riguardano le strategie di prevenzione, con l’accelerazione e semplificazione delle procedure d’indennizzo attraverso i Prs regionali. A questo proposito lavoreremo perché a Bruxelles accettino una deroga al regime de minimis per gli indennizzi, che prevede una soglia massima di 15mila euro ad azienda su base triennale.
Fra le 22 misure, poi, c’è anche la regolamentazione delle deroghe al divieto di prelievo (direttiva Habitat Dpr 357/97) degli esemplari di lupo, che saranno autorizzate nel caso di fallimento delle altre misure, previo parere dell’Ispra. Alla quale – aggiunge Sani – sono state affiancate azioni specifiche di controllo e prevenzione della proliferazione di cani selvatici e ibridi, altro problema che assilla gli allevatori».
«Ora sta al buon senso di tutti – conclude Sani – applicare in concreto le nuove misure e per dare un futuro alle attività allevatoriali, che in questi anni hanno dovuto convivere con molti problemi legati al fenomeno delle predazioni. Le deroghe previste dalla Direttiva habitat, peraltro, possono scattare sulla base di un censimento del numero di esemplari sul territorio. E del loro eventuale sovrannumero rispetto a parametri di equilibrio biologico».