GROSSETO – Martedì 17 gennaio i soliti ignoti hanno rubato il defibrillatore donato ad inizio 2016 dall’Humanitas alle frazioni di Roselle Istia e Batignano.
Il presidente Daniele Maria D’Andrea ha scritto una lettera a chi ha commesso il furto.
“Amico mio – scrive D’Andrea – quello che hai fatto sottraaendo il Dae a Roselle non mi trova ovviamente d’accordo, anzi dovrei tuonare e mandarti fulmini come Giove arrabbiato.Invece vorrei farti capire in altro modo quanto c’è di sbagliato nel tuo gesto. Penso tu sappia a cosa serve la valigetta rossa che hai sottratto, ma se così non fosse sappi che portandola via hai negato una possibilità in più di vivere a chi si sente male perché il cuore ha smesso di battere.
Sono più di 70.000 gli italiani a cui, in un anno, si ferma il cuore che, se soccorsi entro 5-10 minuti con la “valigetta rossa”, hanno il 50% di possibilità in più di sopravvivere e magari di non passare il resto della vita sulla sedia a rotelle, oppure di non avere i lineamenti del volto distorti, oppure non perdere l’uso di un braccio o di una gamba.
Forse a te questo interesserà poco ma, credimi, ai residenti di Roselle invece importa.
E soprattutto importa a noi volontari dell’ Humanitas perché ci siamo dati davvero da fare per poter offrire a Roselle Istia e Batignano questa opportunità.
Lo abbiamo fatto disinteressatamente faticando e sudando, trasportando i nostri pazienti, spesso con fatica su e giù per le scale, sole o pioggia non importa, per dimostrare una solidarietà e un senso civico che tu, con il tuo gesto, hai resi vani”.
“Forse hai pensato di poter ricavare un beneficio economico, può darsi di sì – scrive ancora il presidente – molto dipende dall’ambiente in cui ti muovi e non spetta a me giudicare. A me preme solo farti capire che la vita di tutti è costellata di errori e che a tutti gli errori si può rimediare: ad alcuni, tipo quelli che comportano l’uso della “valigetta rossa” è più difficile ma si può anche per quelli. Quindi se vuoi e se non è già troppo tardi, potresti fare un passo indietro e rimettere le cose al loro posto. Te ne saremmo tutti grati, soprattutto perché avresti risarcito la ferita di noi volontari che nel tuo caso non siamo riusciti ancora a farti capire il senso del nostro gesto”.