GROSSETO โ Il viaggio in auto tra Grosseto e Sarajevo รจ unโesperienza nellโesperienza. Significa non soltanto percorrere 1.150 chilometri per raggiungere la meta, ma anche โ dopo aver guidato lungo metร dellโItalia โ avventurarsi allโinterno della penisola balcanica tagliando in due per intero Slovenia e Croazia,ย e per buona parte Bosnia Erzegovina. Ovvero, ย manca la Serbia, tre delle quattro attuali grandi repubbliche che assieme a Kosovo, Montenegro e Macedonia formavano la ex Jugoslavia.
Non รจ un viaggio semplice, soprattutto nel cuore dellโinverno quando le condizioni meteorologiche rischiano di diventare una complicazione importante. Sconsigliato di sicuro a chi non ha una grande passione per la guida. Partenza alle 14,30 da Grosseto direzione Gorizia, confine tra Italia e Slovenia. Ingresso in autostrada a Firenze, dallโarea di servizio Aglio sullโautostrada A1 inizia a nevicare. Fiocchi leggeri fino a Sasso Marconi, poi il tempo migliora. Poco dopo le 19,30, dopo cinque ore di viaggio, lโingresso in Slovenia. Temperature a picco: da 3 gradi si passa a meno 6 in un battibaleno. Per percorrere le autostrade รจ necessario un bollino che puรฒ essere settimanale, mensile o annuale: quello settimanale costa 15 euro. Il prezzo del diesel in questo momento si attesta attorno a 1,2 euro per litro, circa il 20% meno che in Italia. Le autostrade sono piuttosto buone, ma il territorio attraversato รจ morfologicamente impegnativo: necessario quindi prestare attenzione. Controllando preventivamente che lโapposito contenitore allโinterno del cofano contenga lโapposito liquido antigelo e non acqua, altrimenti con temperature basse il rischio che congeli รจ piuttosto elevato.
Poco piรน di 200 chilometri in Slovenia, poi lโingresso in Croazia. Cโรจ da passare una frontiera con controllo dei documenti e della carta di circolazione e dellโassicurazione dellโauto perchรฉ la Croazia, pur facendo parte dellโUnione Europea, essendo tra gli ultimi stati membri (1 luglio 2013) ha ancora un periodo di transizione prima di adeguarsi alla libera circolazione dei mezzi. Stesso dicasi per la moneta: la benzina (stesso prezzo dello Slovenia) e il pedaggio sono previsti in kune, ma si possono utilizzare anche gli euro (attenzione ai resti).ย In Croazia il territorio รจ per gran parte pianeggiante, lโautostrada E70 tocca quasi subito la capitale Zagabria, poi corre veloce per 190 chilometri fino alla cittร di confine di Slavonski Brod. Oltre il fiume Sava ci sono la cittร di Bosanski Brod e la Bosnia Erzegovina. Eโ il modo migliore di raggiungere Sarajevo anche se alcuni gps consigliano la strada che passa da Banja Luka: non ascoltateli se non volete trovarvi a percorrere una strada terribile. Giร , perchรฉ se Slovenia e Croazia fanno parte dellโOccidente, in Bosnia inizia un altro mondo, inizia una terra di confine, avamposto tra Est e Ovest, tra Islam e Cristianesimo, tra due culture diverse, tra due vicini storicamente litigiosi. Che inizi un altro mondo lo si capisce dalla rigiditร e alla lunghezza dei controlli a cui chi entra in (o chi esce dalla) Bosnia รจ sottoposto, specie se si tratta di cittadini non Ue. O dal peregrinare di persone a piedi che di giorno sono in fila per attraversare il confine, destinazione Croazia.
A Bosanski Brod inizia la Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina, una delle due entitร che assieme alla Federazione Serba di Bosnia Erzegovina compongono la Bosnia Erzegovina. Qui la componente etnica รจ ancora decisamente sentita: circa 1.100.00 abitanti su 1.300.000 sono serbi, anzi orgogliosamente serbi come indica la bandiera posta 100 metri dopo il confine di stato. Bandiera diversa da quella gialla e blu della Bosnia. Ormai lontani 900 chilometri da Grosseto inizia la parte piรน turbolenta del viaggio, su una strada a due corsie stretta, senza particolari protezioni, con indicazioni scadenti e pochissima illuminazione. Soltanto un consiglio: vietato avere fretta. Durante il giorno guidare con calma permette di entrare allโinterno dei villaggi e delle piccole cittร che si alternano adagiate sul fiume Bosnia, il principale del paese, che accompagnerร il turista fino alla capitale Sarajevo. Eโ un altro mondo, la povertร e il sapore della guerra sono raccontate dalle tante persone che camminano ai bordi della strada, dalle case abbandonate e dallโodore sgradevole delle vecchie automobili lungo la strada e delle industrie che spruzzano fumi neri nel cielo. Di buono cโรจ che รจ un paese economico: per un litro di diesel bastano 1,74 marchi, ovvero 0,87 euro (due marchi uguale un euro).
La Bosnia non รจ piccola, ha una superficie di 51mila chilometri quadrati, ma ha pochissimi abitanti, meno di quattro milioni (densitร di appena 76 abitanti, contro i 200 dellโItalia). Infatti le cittร che sโincontrano sono poche e scarsamente popolate: le principali Doboj, Maglaj e Zenica. Quarta cittร della Bosnia dopo Sarajevo, Banja Luka e Tuzla e distante 70 chilometri dalla capitale, Zenica รจ una delle cittร piรน note in Italia perchรฉ proprio da qui, negli anni della Guerra di Jugoslavia, arrivavano tantissime delle immagini trasmesse dalle tv. Inizia qui il piรน lungo (circa 50 chilometri) dei pochissimi tratti autostradali della modesta rete viaria bosniaca. Lโultima parte del viaggio, con la temperatura esterna che raramente sale sopra i meno dieci, รจ piรน confortevole. Lโarrivo a Sarajevo, 13 ore dopo la partenza, รจ alle 3,30 e la prima immagine รจ subito suggestiva: una marea di suggestive cornacchie grigeย che sembrano essersi messi in posa per il fotografo sulle rotaie innevate, a due passi dal centro. Poi lโarrivo e la sistemazione, nel cuore della cittร vecchia, allโHotel President.
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