FIRENZE – Durante la conferenza stampa di chiusura esercizio 2016, che si è svolta ieri in Consiglio regionale, il presidente di Fidi Toscana Lorenzo Petretto ha fatto il punto sui quarant’anni di attività e sulle prospettive di sviluppo della società, nata nel 1975 con l’obiettivo di facilitare le imprese ad ottenere l’accesso al credito.
Nei suoi quarant’anni di attività Fidi Toscana ha ‘affidato’ 50mila imprese, con oltre 213mila occupati e un fatturato cumulato superiore ai 46 miliardi di euro. Ha garantito finanziamenti per oltre 9miliardi di euro, dei quali 5miliardi solo negli ultimi 10 anni.
Oggi, conta oltre 21mila imprese affidate, che rappresentano i clienti attivi, con 134mila occupati ed un fatturato cumulato di 29miliardi di euro. I finanziamenti garantiti erogati in essere sono circa 1,5miliardi di euro, con garanzie per 980milioni di euro. Inoltre, da poco più di un mese la società è iscritta al nuovo albo degli Intermediari finanziari unici, previsto dal testo unico bancario, sotto la vigilanza della Banca d’italia, al livello dei più importanti operatori nazionali: il punto di arrivo di una trasformazione in atto nel corso di questi ultimi anni, che hanno visto Fidi Toscana uscire progressivamente dal capitale sociale delle imprese, passando da oltre quaranta partecipazioni a meno di cinque.
“Complimenti a Petretto e al consiglio di amministrazione di Fidi per il lavoro svolto in questi anni a sostegno delle piccole e medie imprese toscane — commenta Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana — e per gli importanti risultati raggiunti. Fidi ha saputo interpretare al meglio, negli anni, l’idea di programmazione economica regionale e sono convinto che può essere ancora il motore delle politiche economiche della Toscana: articoliamo l’offerta di incentivi, puntiamo anche su garanzie e fondi rotativi, oltre che sul microcredito.
Dopo la crisi del sistema bancario che ha colpito in modo particolare le banche toscane, su tutte il Monte dei Paschi di Siena, occorre avere una strategia nuova rispetto al mutato scenario. Sarebbe necessario, a mio avviso, un confronto aperto della Regione con l’intero sistema bancario insediato in Toscana così da valutare ciò che è possibile fare insieme per accompagnare il rilancio dell’economia. E in questo rapporto proprio Fidi può essere la cerniera che tiene insieme i diversi soggetti”.