GROSSETO – «Sull’autostrada Tirrenica continua a pesare una gravissima lacuna, che se non verrà sanata prima delle scelte definitive, alimenterà il ragionevole sospetto che le scelte odierne del governo regionale e nazionale siano condizionate dalla volontà di assecondare interessi privati, anziché quelli pubblici». Ne è convinto Roberto Barocci, del Forum ambientalista.
«La lacuna che si rammenta è che le conclusioni dell’unico studio economico comparativo, applicato a tre soluzioni alternative per la realizzazione del collegamento stradale rapido e sicuro tra Livorno e Civitavecchia, cioè le conclusioni di un’analisi costi/benefici, hanno bocciato le ipotesi di autostrada e premiato l’adeguamento in sede dell’Aurelia con tipologia autostradale – prosegue Barocci -, come fu stabilito con l’accordo unanime e positivo tra Governo e Regioni del dicembre 2000, presentato da ANAS nel 2002 e poi accantonato, senza alcuna giustificazione, da tutti gli uomini politici in carriera della nostra provincia, regione e nazione».
«Quell’unico studio fu realizzato dai professori di Economia applicata e dei Trasporti Boitani e Ponti, dell’Università Cattolica e del Politecnico di Milano – precisa Barocci -, la Facoltà che in Europa ha realizzato il maggior numero di progetti autostradali – ricorda -.La cosa clamorosa, quanto allarmante, è che tale studio in tutti gli anni 2000 è stato distribuito come materiale didattico agli studenti del quinto anno del corso di in Ingegneria dei Trasporti, per dimostrare che in Italia si stavano ancora compiendo scelte di investimenti irrazionali, anti economiche e, probabilmente, clientelari. Fu così che ne venimmo a conoscenza».
«In estrema sintesi l’analisi costi/benefici ha messo a confronto tre bilanci economici preventivi, ciascuno con entrate e spese relative alle tre soluzioni ipotizzate, e risponde alla domanda di dove e come conviene alla collettività investire le limitate risorse economiche disponibili, a parità degli scopi finali delle opere. Lo stesso scopo finale dei tre progetti, perseguito in termini del tutto equivalenti dalle tre soluzioni in esame, è stato la sicurezza del percorso per chi vi transita. Nonostante questo studio diffuso e pubblicato nel 2004, il Governo e la Regione Toscana hanno preferito la soluzione con il tracciato autostradale, dimostrando nei fatti di preferire l’interesse privato, piuttosto che l’interesse collettivo. E a noi, che abbiamo diffuso l’unico studio tecnico/scientifico sul caso, è toccata la sorte di essere indicati come oppositori ideologici dagli stupidi o disonesti di turno, che hanno nel frattempo fatto carriera».