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di Romina Chechi, infermiera in area medica – Grosseto
“Una mela al giorno toglie il medico di torno!”. In questa massima è racchiusa la saggezza popolare delle nostre nonne e quante volte addentando una succosa mela ce lo siamo detto. Oggi però, nel mondo del 2.0, la mela è sostituita da un app, ovvero “applicazione per telefonia mobile”quindi ben venga un app al giorno!
Sul mercato è tutto un fiorire di questi software in grado di soddisfare (o indurre) le nostre necessità di salute. Non a caso il più famoso degli smartphone ve ne regala uno già compreso nel telefono che dialogherà con tutti gli altri programmi “salutari” che deciderete di installare sul dispositivo.
Le applicazioni in questo ambito si suddividono in modo tematico: attività fisica, alimentazione e dimagrimento,gravidanza e ciclo mestruale, controllo dei parametri vitali e stile di vita, yoga e rilassamento, potenziamento delle facoltà cognitive. Ma ovviamente alla fantasia non c’è limite e questa è solo una summa rappresentativa delle app più popolari.
Il denominatore comune è la grafica accattivante, la personalizzazione (colori, sfondi, suoni) e ovviamente la possibilità di condividere i propri risultati. La maggior parte delle applicazioni funzionano come un gioco dove registrando i propri progressi si superano i vari livelli. Se decidi di smettere di fumare e lo fai con l’app sarai premiato di traguardo in traguardo nelle varie categorie (salute, tempo, risparmio) e conquisterai livelli crescenti: principiante,dilettante, esperto…
Altre applicazioni si caratterizzano per la presenza di un trainer virtuale che tra consigli e incitamenti migliora il tuo stato di salute. Questo tipo di tutor lo ritroviamo soprattutto nelle applicazioni che ci aiutano a svolgere attività fisica. Niente più scuse con l’app che ti segue passo passo indicandoti gli esercizi fisici mirati in base a quanto tempo hai, dove vuoi dimagrire e di quali attrezzi disponi.
Per gli sportivi si segnalano i software più o meno professionali che calcolano e registrano distanze percorse (in bicicletta, a piedi, a nuoto, a cavallo) accompagnate da un ipotetico consumo calorico. Alcuni di questi programmi si basano sul movimento percepito dal dispositivo per cui basta “shekerare” il telefono per falsare un risultato.
Da evitare se siete ipocondriaci sono le applicazioni che misurano la frequenza cardiaca, quelle che tentano di farvi l’esame della vista (con tanto di tavola optometrica) o addirittura determinare la pericolosità di un neo sulla pelle. Interessante l’app che ci segnala quando l’esposizione alle radiazioni da cellulare è eccessiva e fornisce consigli per tenerle sotto controllo, mentre per la nonna hi-tec l’applicazione che ricorda quando prendere la pillola della pressione non può mancare. Se invece proprio non sapete fare a meno del cellulare anche quando dormite potete utilizzare le applicazioni che monitorano la qualità del vostro sonno registrando i movimenti e i risvegli nonché i vostri sogni…a patto che una volta destati, ce li scriviate.
Per chi non teme continue notifiche durante la giornata e si ritiene di scarsa memoria, l’ideale è l’app che ricorda di bere acqua e infine, non poteva mancare l’applicazione che monitora l’intestino e consente di capire se ci sono problematiche sulle funzioni dello stesso…ovviamente tutto condivisibile sui social.
Quindi la costanza di riportare alcuni aspetti della nostra vita su quaderni o diari oggi si è digitalizzata; tuttavia occorre un minimo di prudenza: ricordiamoci che immettiamo dei dati molto personali dentro un software che di fatto né acquisisce la proprietà.
Inoltre scegliamo sempre applicazioni originali, scaricate da canali sicuri e se possibile verifichiamo chi è lo sviluppatore.
Proprio per la delicatezza dei dati che vengono inseriti, per le informazioni che le applicazioni dispensano e soprattutto per gli interessi che vi gravitano attorno l’argomento delle app sanitarie è molto acceso e dibattuto. Dagli Stati Uniti all’ Europa si cercano dei sistemi di certificazione e validazione che possano elevare le potenzialità di sviluppo di questo genere di software applicati al campo sanitario.
Questo è vero soprattutto per le app cosiddette “medicali” che svolgono funzione di dispositivo medico, ovvero che sono “parte integrante di un atto medico” e che quindi sono soggette alla stessa legislazione. E’ il caso ad esempio di applicazioni che determinano la giusta dose di insulina o che tramite un bracciale wirless misurano la pressione.
Negli stati Uniti la Food and Drugs Administration recentemente ha normato questa complessa materia indicando quali applicazioni sono definite dispositivo medico.
In Europa si applica la normativa europea (marchio CE) i cui controlli sono maggiori in base alla classe di rischio di utilizzo dell’applicazione.
In Italia, il Ministero della Salute ha istituito un tavolo di lavoro sulla M-HEALT (mobile healt) ovvero la “sanità digitale” che si avvale dell’utilizzo di dispositivi mobili e tecnologia multicanale.
I punti principali del lavoro ministeriale sono: assetto normativo giuridico, classificazione e valutazione delle app per la salute,informazione al cittadino.
Oltre al ministero della salute sono stati chiamati ad esprimere parere il Garante della Privacy per il consenso informato e il trattamento dei dati nonché il Comitato Nazionale di Bioetica per gli aspetti propri della materia.
In conclusione è facile intuire quali vantaggi possano offrire tali tecnologie in ambito sanitario, sia per i fruitori che per chi eroga servizi. Rimane, al momento, la necessità di una regolamentazione più chiara e una tutela maggiore rispetto alla diffusione dei dati e la qualità delle informazioni fornite.
Quindi, se decidete o meno di utilizzare un applicazione ricordatevi che (per ora) questa non sostituisce in alcun modo il parere di medici,infermieri, farmacisti o altre figure professionali ….in carne ed ossa!