GAVORRANO – Dopo l’intervento del circolo Pdl di Gavorrano anche Jurij Di Massa, capogruppo del centrodestra, interviene sulla “questione celebrazioni” e parla di «due pesi e due misure» in riferimento alla diverso approccio che l’amministrazione comunale ha tenuto rispetto alle ricorrenze del 4 novembre e del 25 aprile.
«Il 4 novembre è festa civile – scrive Di Massa – che rievoca il Risorgimento della nostra Italia, quindi ispirata ad un principio di unità nazionale e di concordia della comunità politica. Diversa matrice e ruolo riveste il 25 aprile che è invece festa politica». Di Massa afferma che «i principi liberali di una democrazia occidentale matura» dovrebbero essere il carattere distintivo della nostra comunità nazionale «raccontata ed auspicata dalla nostra Costituzione», ma invece «a Gavorrano si compie un passo indietro di qualche decennio, in omaggio al più bieco oscurantismo, si sceglie di non celebrare il 4 novembre, e di non deporre neppure quella corona lì posta da quasi un secolo in via continuativa a memoria dei caduti per l’Italia».
«Se ne depongono invece ben 2 – aggiunge Di Massa – a celebrazione di quella festa politica che deve ancora alimentare quel sentimento di divisione che oggi è anche interno alla sinistra stessa: il 25 aprile diventa oggetto di contesa tra sacerdoti della professione della resistenza, L’ANPI celebra la liturgia alla Casa del Popolo; il pro-sindaco Iacomelli (Sel/PSI) depone ben due corone e corre a Grosseto, alla “grande festa provinciale”».
«Per noi comuni cittadini resta quindi l’amara constatazione che a Gavorrano dopo cent’anni non c’è più spazio per gli eroi risorgimentali, o per quelli della Grande Guerra ed il 4 novembre è destinato all’oblio, né diritto alla memoria, né allori. E ci sta anche che in consiglio comunale i marò prigionieri in India vengano definiti ed appellati come dei comuni criminali».
«Gavorrano è specchio di una realtà comune a tante municipalità dove l’investimento di lungo periodo sulla funzione unificatrice delle feste nazionali viene ignorata, in favore dell’investimento a breve termine sulle feste politiche. In breve, rende più il fascismo antifascista del 4 novembre».