FIRENZE – Un testo congiunto sull’utilizzo dei farmaci cannabinoidi è stato licenziato questa mattina dalla commissione Sanità del consiglio regionale della Toscana. Frutto di un lavoro attento e faticoso, che ha tenuto conto delle attese di tante associazioni della nostra regione e dei punti comuni a due proposte di legge di iniziativa consiliare. L’obiettivo è quello di garantire ai cittadini residenti in Toscana l’accesso ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e anche in altri tipi di terapie, come ha spiegato Lucia Matergi (Pd), illustrando l’atto.
In origine le proposte erano due: quella presentata da numerosi consiglieri Pd (primo firmatario Enzo Brogi), che era più restrittiva e prevedeva l’uso di queste sostanze nell’ambito della terapia del dolore e delle cure palliative; e l’altra dei consiglieri del gruppo di Federazione Sinistra-Verdi (prima firmataria la capogruppo Monica Sgherri) e del consigliere del Gruppo misto Pieraldo Ciucchi che prevedeva, invece, l’utilizzo in tutta una serie di patologie e disturbi, anche attraverso la possibilità di ricorrere a preparazioni galeniche.
Le due proposte sono diventate un atto unico, “un testo saggio capace di inquadrare l’esistente e di dare la possibilità al medico di poter ricorrere a questi farmaci”, ha sottolineato Matergi (Pd), che ha lavorato al testo congiunto. Un testo che ricorda da vicino l’apporto della consigliera regionale Alessia Ballini, che si era spesa in tale sfida negli ultimi mesi di vita.
L’atto, che andrà in aula il 2 maggio prossimo, è stato licenziato a maggioranza dalla commissione: cinque a favore (Remaschi, Matergi, Pugnalini, del gruppo Pd, Chincarini, Idv, Ciucchi, Gruppo misto) e due contro (Mugnai, Pdl, e Carraresi, Udc).
Nel corso dell’ampio dibattito il presidente Marco Remaschi (Pd), dopo aver ringraziato per il lavoro svolto, ha parlato di “segnale importante di apertura e civiltà”, che magari potrebbe essere accompagnato, in sede di approvazione in aula, da un ordine del giorno della commissione che impegna la Giunta regionale a svolgere un’azione forte nei confronti del Ministero. Infatti, come ricordato dal vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl), l’azione dovrebbe essere quella di chiedere al Ministero di valutare se tali farmaci siano o meno da inserire nel tabellario farmaceutico. Per Mugnai “lo stesso iter della proposta – prescrizione medica e autorizzazione del Ministero per trovare il farmaco sul mercato estero – dimostra che siamo di fronte ad una legge bandiera”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Carraresi (Udc): “è una legge manifesto con risultati pratici pari allo zero e dove l’aspetto scientifico è pressoché ignorato”. Maria Luisa Chincarini (Idv), invece, dopo aver sottolineato che la Regione toscana ha comunque la possibilità di avere pareri competenti in materia, ha chiesto di “tenere aperta la porta a questa proposta e di unire l’approvazione della stessa legge con una decisa azione nei confronti del Ministero”.
La consigliera Matergi ha ricordato che “accanto all’iter impegnativo resta forte la volontà del Consiglio regionale di ascoltare la voce di tutti quei pazienti che possono trovare sollievo da questi tipi di farmaci, indicando loro la strada da seguire”. Anche per Monica Sgherri la proposta “dà una cornice nella quale muoversi ed è una risposta concreta all’attesa dei pazienti, non è una legge bandiera”. Per Rosanna Pugnalini (Pd) l’approvazione condivisa dell’atto avrebbe potuto dare un segnale forte al Ministero, ma ciò non è stato.