GROSSETO – «Siamo preoccupati come organizzazioni sindacali che la riorganizzazione del servizio di emergenza urgenza 118, a cui si appresta a dare definizione la nuova azienda USL di Area Vasta, si traduca, nei fatti, per la provincia di Grosseto, in una riduzione dei servizi ai cittadini». Ad intervenire sono Cgil, Cisl e Uil funzione pubblica e le segreterie territoriali del Nursing Up.
«Per la provincia di Grosseto, questa volta, la riorganizzazione dovrà significare un “rafforzamento”, sia quantitativo che qualitativo, della presenza dei servizi e dei mezzi di soccorso sul territorio, il più vasto delle tre province che lo compongono – proseguono i sindacati -. È questa la soluzione perseguibile per garantire, in un territorio vasto ed articolato come il nostro, con infrastrutture viarie limitate, la possibilità per il cittadino di essere soccorso in tempi rapidi e assistito in modo efficace durante il trasporto in ospedale. Un modello che persegua l’uguaglianza di opportunità di accesso al sistema sanitario, indipendentemente dal posto dove è avvenuto l’evento».
«Per questo chiediamo un percorso di confronto serrato con l’Azienda sanitaria per discutere riguardo l’evoluzione del sistema di emergenza-urgenza, con la garanzia del mantenimento o perfezionamento delle professionalità occorrenti, a completa tutela della salute del cittadino – si legge nella nota -. Per questo chiediamo che tutte le postazioni di emergenza territoriale attualmente esistenti in provincia di Grosseto continuino ad essere coperte da personale sanitario dell’azienda».
«Si dovrà anche continuare a tenere conto delle esigenze di cui necessita il nostro territorio (4500 kmq) nei vari periodi dell’anno, e soprattutto nei più delicati come quello estivo, adeguando il numero delle postazioni e del personale – scrivono i sindacati -. In questo contesto riconosciamo il ruolo delle associazioni di volontariato, per il supporto utile e prezioso che offrono e per le competenze di primo soccorso. Attività integrate ai servizi forniti dall’Azienda, con proprio personale sanitario altamente specializzato».
«Ogni riduzione dei livelli di attività ed assistenza fino ad oggi forniti al nostro territorio non potrà che essere letta come una riduzione delle tutele di salute dei cittadini e dunque confidiamo di trovare nell’Azienda Sanitaria un riscontro/confronto immediato, concreto e costante che dia le necessarie e dovute risposte alla comunità comprensoriale, nonché – concludono -, verso i lavoratori e le lavoratrici che operano in questo fondamentale servizio».