GROSSETO – La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato ieri, in sede legislativa e all’unanimità, il testo già licenziato dalla Camera dei Deputati della Legge sulla canapa industriale: Si gettano così le basi per il rilancio di una filiera produttiva che fino al secolo scorso ha visto l’Italia tra i maggiori produttori mondiali.
«Si tratta – sottolinea l’on Luca Sani, presidente della XIII Commissione agricoltura della Camera – di una ulteriore risposta e di una nuova opportunità che il Parlamento ed il Governo mettono a disposizione dell’imprese agricole italiane, facendo chiarezza normativa. La canapa è un prodotto estremamente versatile, che trova applicazione in numerosi settori, rivelandosi una valida alternativa a prodotti sintetici e inquinanti. Lo sviluppo di questa filiera può interessare non solo l’agroalimentare, ma anche la bioedilizia, il tessile, l’industria della carta, delle materie plastiche e dei carburanti».
«La canapa viene utilizzata nel tessile per prodotti di moda, nella cosmesi, negli imballaggi in coerenza con la linea biologica di produzione del vino e dell’olio extra vergine di oliva e nell’alimentazione sotto forma di farine, foglie per infusi, semi e olio e perfino nei prodotti per l’isolamento termico e acustico degli edifici. È una coltivazione che assolve funzioni ambientali rispetto a suoli compromessi e al contenimento della CO2».
«Sostanzialmente, la legge approvata prevede la modifica della percentuale ammissibile di Thc, il principio attivo che rende la pianta psicotropa, che viene portata dallo 0,2% allo 0,6%. Una variazione fondamentaledell’andamento climatico stagionale. La legge, inoltre, mette a disposizione della filiera un sostegno economico di 700.000 euro annui per la ricerca e la coltivazione. Il tavolo di filiera, che il Ministero è impegnato a istituire, potrà definire gli indirizzi per l’innovazione e il rilancio del settore. Infine, si fa chiarezza sui controlli attraverso un vademecum specifico, con la possibilità per l’agricoltore di tenere un campione e di poter fare contro-analisi».
«L’Italia – conclude Sani – è stata da sempre luogo ideale per la coltivazione della canapa industriale di qualità. Qualità che se ben collegata al valore aggiunto del “made in Italy” può rappresentare una spinta rilevante sia per l’agricoltura che per gli altri settori di trasformazione e produzione che vedono protagonista la canapa».