CAPALBIO – Sulla spinosa questione Ato interviene anche il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori.
“Rispetto a quanto appreso dalla stampa – scrive il primo cittadino – i magistrati facciano il loro lavoro. La vicenda di contro lascia sgomenti, interdetti e non privi di imbarazzo. Tralascio le considerazioni circa il contenuto delle intercettazioni. È necessario però che Ato possa svolgere le funzioni che la legge gli attribuisce e nel valutare il come assumere i nuovi ruoli professionali al fine di proseguire i servizi, sia utile anche da parte di questa Assemblea pareri giuridico-legali e al riguardo dello statuto di Ato e del contratto di tipo privatistico a suo tempo sottoscritto con il direttore. Il direttore generale a termini di statuto è l’anima dell’amministrazione dell’Ato”.
“La circostanza quindi mi fa riflettere e deve farci riflettere aggiunge Bellumori – circa la debolezza dei sindaci in una struttura, l’Ambito ottimale, che si affida ad una singola figura può avere in contesti gestionali così complessi. I cittadini hanno diritto a vedersi garantito un servizio: tutti i cittadini devono disporre di paritaria offerta di servizi ad un prezzo congruo in tutto l’Ambito. I sindaci che hanno la responsabilità gestionale del servizio devono poter effettuare tutte le verifiche sul contratto di servizio e anche su tutte le fasi antecedenti e successive alla stipula del contratto di servizio medesimo. Al di la del caso in specie, il Comune di Capalbio e l’intera area omogenea a sud di Grosseto già dal 2014 avevano richiesto al presidente una verifica delle regole e circa la disparità del peso delle decisioni dei comuni con sede di impianto e i capoluoghi di provincia. Sempre inascoltati”.
“All’interno dello statuto – incalza il sindaco di Capalbio – deve essere rivisto il tema del controllo delle attività generali. Un controllo del quale la Regione Toscana non può e non deve esimersi. Oggi ritengo che la Regione Toscana avrebbe dovuto essere presente qui in assemblea. Il lavoro sul contenimento delle tariffe nel quale con posizioni diverse siamo tutti impegnati, deve proseguire. La comunità dei sindaci in questo ultimo anno ha avviato una serie di attività mirate a costruire un servizio pubblico locale che abbia pieno consenso anche da parte dei cittadini e non solo circa il gradimento del servizio medesimo.
Concludo ricollegandomi al fatto che la magistratura faccia il suo lavoro, ma auspicherei anche che internamente si proceda senza indugi ad una verifica anche con l’ausilio dell’avvocatura regionale delle carte e dei documenti che hanno condotto alla gara. Lo dobbiamo per trasparenza a tutti i sindaci del tempo e attuali, e soprattutto lo dobbiamo a tutti i cittadini delle comunità amministrate all’interno dell’Ambito”.