PALMA DE MALLORCA – Daniele Lunghini, 33 anni, di Grosseto, vive e lavora a Palma de Mallorca, l’isola che ha scelto per realizzare i suoi progetti di vita e lavoro.
Da quanto tempo vivi a Palma?
Mi sono trasferito qua da circa un anno e mezzo.
Come mai Palma de Mallorca?
Io e la mia ragazza volevamo trasferirci all’estero e abbiamo cercato una città che fosse ideale per i nostri progetti futuri. Volevamo un luogo che fosse in Europa, più che altro per semplicità burocratica e per restare in contatto con l’Italia; cercavamo una città sviluppata, con un ottimo livello di qualità della vita, un buon clima e una cultura di ampio respiro internazionale.
Palma rispondeva a tutti questi requisiti, per cui abbiamo deciso di provare.
E’ la tua prima esperienza fuori dall’Italia?
No, ne ho fatte alcune. Tra il 2005 e il 2006 mentre studiavo relazioni internazionali a Siena ho vissuto per quasi un anno a Londra dove ero andato a lavorare, principalmente per imparare l’inglese. Poi ancora alcuni mesi a Damasco per imparare le basi dell’arabo. Mentre frequentavo il biennio specialistico a Firenze ho trascorso alcuni mesi a Bruxelles per uno stage nell’ambito dell’Unione Europea e lì ho incontrato la mia ragazza. Nel 2010 dopo la laurea sono rimasto in Italia per qualche anno: ho fatto un master in Management a Milano dove ho lavorato per un anno, poi 3 anni a Genova per un gruppo svizzero dove mi sono formato nel settore commerciale. Ma volevo sperimentare altro e crescere, soprattutto a livello umano, quindi siamo partiti per Mallorca.
Eravate già sicuri di rimanere a lungo?
In realtà l’idea era di rimanere qualche mese, poi il tempo è volato. Inoltre già da tempo volevo dar vita ad un progetto personale nell’ambito della scrittura e del cinema indipendente e questa città si è rivelata un posto ideale per potermici dedicare. Siamo rimasti qua ben più di qualche mese.
Hai trovato lavoro facilmente?
Abbastanza, direi, nonostante qualche problema iniziale dovuto all’ambientamento e alla lingua. Devo dire che la realtà lavorativa italiana è un po’ statica e lenta. Qua le occasioni sono più rapide, specialmente per chi si applica molto. C’è sempre una componente di rischio in un trasferimento all’estero, noi abbiamo provato a lanciarci ed abbiamo ottenuto buoni risultati, per fortuna. Consiglierei di fare altrettanto a molti miei coetanei connazionali. Appena arrivato ho cominciato ad insegnare italiano in una scuola privata, più per passione che per necessità. E’ un lavoro che mi piace perché mantiene sempre vivo il mio legame con l’Italia. Da un po’ di tempo lavoro come sales executive per una società americana leader mondiale nel settore turistico. Qui l’industria del turismo sia online che offline è molto forte e avanzata e offre tante possibilità di lavoro e di carriera. Finora è un’esperienza del tutto soddisfacente e piena di stimoli. E mi lascia tempo per i miei progetti personali, che sono la mia attività più impegnativa e il motivo principale per il quale ho voluto lanciarmi in quest’esperienza.
Come ti trovi oltre il lavoro?
Per ora molto bene. Palma offre tutto quello che stavo cercando culturalmente e a livello naturale. E’ una città cosmopolita, turistica, profondamente legata alle sue tradizioni, ma di mentalità molto aperta. Sono a contatto con persone che vengono da tutto il mondo e gli abitanti del luogo, nonostante l’attenzione alle tradizioni, sono molto accoglienti con gli stranieri. Integrarci è stato più semplice del previsto anche grazie alla grande comunità internazionale che la città ospita. Ho solo belle parole per gli abitanti dell’isola, sono molto aperti e ospitali, credono che lo sviluppo passi attraverso l’integrazione.
Cosa ti manca della Maremma?
Le persone. Senza ombra di dubbio la famiglia, i miei affetti e gli amici. Vorrei tornare più spesso per vederli, ma ancora non riesco a tornare quanto vorrei: un po’ per gli impegni, un po’ perché l’isola è bella e ha molte cose da scoprire. A ogni modo considero la Maremma un angolo di paradiso e sono certo che compete con ogni regione in cui io abbia vissuto. Forse alla Maremma manca solo un po’ di respiro internazionale e un pizzico di apertura allo sviluppo. Ma ho piena fiducia in chi vive lì e spero di tornarci a vivere, prima o poi.
Progetti per il futuro?
Dato che mi trovo molto bene credo che rimarrò qua per un altro po’ di tempo. A tempo indefinito. I miei progetti crescono e stanno diventando piano piano realtà, spero di dedicarmici e lavorarci il più possibile.