ROCCALBEGNA – Critiche al sindaco Massimo Galli e alla sua giunta arrivano dalla minoranza del comune di Roccalbegna. Davide Mariotti e Maurizio Cinelli mettono in evidenza come l’assenza del primo cittadino e dei suoi assessori all’assemblea pubblica sul tema della geotermia sia stata imbarazzante.
«Circa 180 cittadini – scrivono i due consiglieri – si sono dati recentemente appuntamento nel comune di Roccalbegna al fine di avviare una riflessione collettiva riguardo i nuovi progetti di centrali geotermiche. Mentre la popolazione si mobilita per informare gli abitanti, il sindaco e la giunta disertano sorprendentemente tali iniziative, proponendo peraltro scusanti improbabili, come quella secondo cui non ci sarebbe stato contraddittorio ai due relatori Pino Merisio e il professor Andrea Borgia, che hanno esposto le criticità che riguardano tali impianti».
«Il sindaco Galli era stato invitato ad esporre le proprie ragioni, ed aveva pure avuto la possibilità di portare un esperto che potesse dimostrare i pro di queste centrali. Evidentemente, non avendolo trovato, ha gentilmente declinato l’invito. Ma perché il sindaco dovrebbe volere un contraddittorio, rifiutandosi di sentire le ragioni di molti cittadini che si pongono un problema basilare come quello del diritto alla salute e delle criticità ambientali scaturenti da queste centrali? La domanda è naturale e legittima».
«Interrogati in consiglio comunale dal nostro gruppo di minoranza, la risposta che abbiamo avuto è sempre stata elusoria. Secondo la giunta, non sarebbero state sottoposte al comune alcun tipo di informazioni riguardo queste centrali. In realtà il sindaco dovrebbe sapere, e sicuramente sa, che le concessioni geotermoelettriche, ed in particolar modo il cosiddetto “Progetto Murci”, riguardano tutto il territorio rocchigiano e che proprio quest’ultimo è gestito direttamente da Enel Green Power. Recentemente, quest’ultima ha dichiarato, in controtendenza con le proprie aziende “confinanti” titolari di concessioni nei comuni limitrofi, che centrali meno impattanti come quelle a ciclo binario media entalpia sono irrealizzabili, facendo chiaramente pensare che anche sul nostro territorio verranno costruite centrali come quelle già presenti sull’Amiata».
«Enel, grazie alle centrali dell’Amiata incentivate inspiegabilmente come fonte pulita e rinnovabile, ha incassato circa 80,8 milioni di euro di incentivi statali a carico delle bollette dei cittadini solo nell’anno 2015, lasciando ai comuni le briciole dei propri ricavi. Pensiamo infatti quanti posti di lavoro potrebbe garantire un tale somma ad un territorio come quello amiatino».
«Intanto, a causa della perdita degli incentivi sui piccoli impianti domestici, negli ultimi anni decine e decine di piccole imprese che erano nate e lavoravano nelle energie rinnovabili, sono fallite, passando dai 100.000 posti di lavoro del 2013, ai 20.000 attuali. Milioni di potenziali autoproduttori di energia sono ancora costretti a pagare salate bollette energetiche. E tutto ciò mentre i tagli ai trasferimenti statali ed il patto di stabilità strangolano le finanze degli enti locali costringendoli a svendere buona parte del proprio patrimonio e, perché no, anche del proprio territorio, garantendo profitti ad aziende S.P.A».
«Di fronte a tutti questi dubbi, un primo cittadino avrebbe il dovere di vigilare, essere informato e soprattutto informare, difendendo gli interessi del proprio territorio e della propria collettività. Il confronto è la base di una democrazia sana. Confidiamo comunque in un’inversione di tendenza che per il momento tarda ad arrivare».