GROSSETO – Sono passate soltanto un paio d’ore dalla conferenza stampa nella quale l’assessore Fabrizio Rossi ha annunciato la messa in mora della società, quando Max Pincione dal suo studio di New York, in video conferenza, inizia a parlare con i giornalisti spiegando la sua verità sulla querelle tra Comune e Fc Grosseto.
«Non avrei mai sposato – dice Pincione – il progetto Grosseto se non ci fosse stata la possibilità di ottenere dal Comune una convenzione di cinque anni per lo stadio, perché quella convenzione avrebbe portato risorse per fare calcio qui».
«In tutto questo anno passato dal Comune continuavano a promettere che la convenzione sarebbe stata fatta. E io non ho dubitato della parola data. Poi però non è successo e nel frattempo qui nello stadio ci sono molte cose che non funzionano. Ci sono molte carenze che non dipendono dalla società. Non c’è nemmeno il tagliaerba funzionante».
Poi Pincione parla anche della richeista di risarcimento presentata al Comune. «È basata su tutto quello che ho speso e su quello che sto spendendo».
Di fronte ai giornalisti e al “pc” collegato con gli Stati Uniti ci sono anche Paolo Iapaolo e il legale della società, Edoardo Adducci. È lui a spiegare perché è stato richiesto un danno di tre milioni di euro e anche che il Comune, un anno fa, ha nascosto a Pincione e ai suoi soci l’esistenza di un contenzioso tra amministrazione comunale e precedenti concessionari, l’Unione Sportiva Grosseto del patron Piero Camilli.
«Una circostanza – spiega Adducci – che se conosciuta avrebbe sicuramente scongiurato qualsiasi investimento». Di fatto se Pincione avesse saputo del contenzioso non avrebbe puntato sul Grosseto.
«La richiesta di tre milioni – aggiunge Adducci – parte da dati certi come il 1 milione e 800 mila euro investiti per la squadra e per il settore giovanile e dal danno di immagine che la società ha subito unito al fatto che l’ambiente adesso viene costantemente destabilizzato da voci continue».
Pincione poi ricorda che il sindaco Vivarelli Colonna non l’ha mai voluto incontrare. «Ho provato più volte a contattarlo per avere un incontro, ma non ci sono riuscito».
Sulla questione stadio poi l’avvocato Adducci chiarisce. «Da qui (dallo Zecchni, ndr) non ci manda via nessuno. Ci difenderemo in tutte le sedi».
Da capire adesso se ci siano ancora margini di manovra per trovare una soluzione o se saranno i tribunali a decidere chi sia dalla parte della ragione.