GROSSETO – In tutto sono 16 (183 in Toscana) i sindaci maremmani che hanno aderito e firmato il manifesto politico a sostengo del “Sì” al referendum costituzionale del prossimo autunno.
Non sono tutti i sindaci di centrosinistra della nostra provincia, ma una percentuale molto alta. Nessun, ma questo era piuttosto scontato, sindaco di centrodestra. All’appello dei firmatari (che trovate più in basso) mancano per esempio il primo cittadino di Castiglione della Pescaia Giancarlo Farnetani, ma anche quello di Santa Fiora Federico Balocchi, o quello di Montieri Nicola Verruzzi.
Ecco tutti i sindaci che hanno aderito: Claudio Franci (Castel del Piano) Jacopo Marini (Arcidosso), Fosco Fortunati (Castell’Azzara), Miranda Brugi (Semproniano), Romina Sani (Cinigiano), Gianpiero Secco (Seggiano), Carla Benocci (Sorano), Luigi Bellumori (Capalbio), Luca Ricciardi (Campagantico), Francesco Limatola (Roccastrada), Alessandra Biondi (Civitella Paganico), Marcello Giuntini (Massa Marittima), Giacomo Termine (Monterotondo Marittimo), Andrea Benini (Follonica), Elisabetta Iacomelli (Gavorrano), Marco Galli (Manciano).
Questo il testo del manifesto firmato dai sindaci toscani:
“Il prossimo ottobre saremo chiamati ad esprimerci, con un referendum, sulla riforma costituzionale: una riforma che rappresenta il cuore dell’azione politica del governo Renzi in questi primi due anni e che cambierà profondamente, noi crediamo in meglio, l’architettura della nostra repubblica.
La riforma costituzionale ha messo a segno alcuni importanti risultati: la fine del bicameralismo perfetto, la trasformazione del Senato, la riduzione del numero dei senatori e l’abolizione delle province. Potremo finalmente avere un iter legislativo più rapido e snello, un forte e diretto raccordo tra il nuovo Senato e le autonomie locali, una riduzione consistente dei costi della politica.
A questo si aggiungono le modifiche al Titolo V, che metteranno fine alla stagione dei conflitti tra lo Stato e le Regioni che in questi ultimi anni hanno creato tensioni istituzionali rallentando i processi decisionali.
Da anni si parla di modernizzazione del Paese, invocando la necessità di una revisione della seconda parte della Costituzione. Adesso ci siamo e crediamo che sia un’occasione da cogliere per rafforzare il processo di innovazione e per dare all’Italia nuovo slancio.
È un’occasione anche per i territori, per gli amministratori locali e i sindaci, che grazie ad un sistema profondamente rinnovato e semplificato possono ritrovare un ruolo centrale nel rapporto con le comunità che amministrano.
Per queste motivazioni, il nostro è un Sì convinto al referendum di ottobre il cui esito dipenderà molto anche dalla nostra capacità di lavorare sul territorio e di coinvolgere i cittadini, facendo capire loro che questa riforma li riguarda in prima persona.
Ci aspettano mesi di grande impegno e coraggio, ma abbiamo veramente l’opportunità, forse irripetibile in questi termini, di innescare un processo virtuoso di partecipazione e di azione comune per cambiare l’Italia.
Possiamo farlo solo ritrovando lo spirito, l’entusiasmo e la passione che hanno contraddistinto l’inizio di questa stagione di riforme di cui vogliamo continuare ad essere protagonisti”.