PARIGI – Claudio Giannetti 34 anni di Istia D’Ombrone, dal 2008 vive a Parigi dove dirige il suo studio di Architettura.
Perché hai scelto la Francia?
Ho studiato Architettura a Firenze dove mi sono laureato nel 2008. Sempre a Firenze nel 2004 ho incontrato una ragazza francese, Eleonora, che poi è diventata mia moglie e con la quale ho cominciato a scoprire la Francia e poi deciso di trasferirmi a Parigi.
Avete preso in considerazione la possibilità di restare in Italia?
Sì, anche lei è architetto ed entrambi dopo la laurea abbiamo avuto offerte di lavoro in toscana, ma nessuna era soddisfacente né dava stabilità a lungo termine. Il settore dell’architettura in Italia è saturo, ci sono troppi architetti rispetto all’ offerta di lavoro e non c’è posto per tutti.
In Francia hai trovato facilmente lavoro?
Sì, dopo circa un mese, nonostante non avessi ancora molta esperienza e il mio francese non fosse proprio fluente ho trovato lavoro in uno studio.
Come hai cercato lavoro?
Ho mandato molti curricula, ma Parigi sebbene sia una metropoli funziona come un piccolo centro nelle dinamiche sociali. Conoscere le persone e farsi conoscere è importante quindi ho cercato di conoscere ed entrare in contatto con tanti studi di architettura, in modo da mandare il curriculum nel momento giusto in cui stavano cercando.
Come è stata la prima esperienza da professionista?
Molto bella, sono entrato come disegnatore e sono uscito dopo 4 anni come project manager, mi occupavo della supervisione dell’intero progetto, dalla progettazione alla realizzazione. Sono stati anni di grande crescita professionale.
Poi hai deciso di cambiare?
Nel 2012 con mia moglie abbiamo deciso di metterci in proprio e provare questa nuova avventura. Abbiamo aperto uno studio nostro che sta andando molto bene, adesso abbiamo anche un collaboratore part time per disegnare I progetti.
Aprireste il vostro studio in Italia?
E’ molto difficile, se confronti la possibilità che abbiamo per la nostra professione in Italia con quelle offerte dalla Francia, la scelta di rimanere è quasi obbligatoria…”
Cosa ti piace e cosa meno della Francia?
E’ un paese che da possibilità a tutti, a prescindere dalla tua provenienza, colore di pelle o status sociale. Paradossalmente però nelle dinamiche sociali è un paese molto chiuso, per conoscere qualcuno o entrare in un gruppo devi essere introdotto da amici comuni. Diciamo che non capita spesso di fare amicizia al bar come accade in Maremma… Mi rendo conto di essere privilegiato, so che se mia moglie non fosse francese, crearmi una vita sociale qua sarebbe stato molto più complicato.
Cosa ti manca della Maremma?
Oltre la mia famiglia e gli amici mi manca il mare. Svegliarmi e poter andare al mare in relax, ma anche le passeggiate in paese la sera d’estate. Quella vita semplice a contatto con la natura che da sempre ci caratterizza. Per fortuna riesco a tornare spesso e vivermi le tradizioni e la bellezza del nostro territorio.