GROSSETO – Sono 29 i Comuni toscani particolarmente penalizzati dalla ripartizione del Fondo di solidarietà comunale, che si trovano in difficoltà a chiudere i propri bilanci. E il Fondo, nato proprio per riequilibrare le disparità fiscali, avrebbe urgente bisogno di modifiche a favore dei Comuni con fondo negativo. Di questo si è parlato ieri nella sede di Anci Toscana, promotrice di un incontro che ha raccolto le istanze dei sindaci interessati.
E nonostante da Roma sia arrivata la buona notizia di un accordo per l’integrazione parziale delle risorse, si tratta di una misura positiva ma purtroppo largamente insufficiente a sanare la situazione. Anci Toscana, pur apprezzando l’accordo (raggiunto in conferenza Stato-Città) si farà quindi promotrice di una proposta di modifica del Fondo da condividere poi con i parlamentari toscani, che attraverso le Commissioni parlamentari Bilancio e Finanze la porteranno all’attenzione delle istituzioni nazionali. Questo secondo quando deciso al termine dell’incontro, a cui erano presenti il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il direttore Gheri e i sindaci di Rosignano Marittimo Alessandro Franchi, di Castegneto Carducci Sandra Scarpellini, di San Vincenzo Alessandro Bandini, di Capalbio Luigi Bellumori, di Bibbona Massimo Fedeli, oltre ad altri assessori e tecnici, coordinati dal referente Anci e assessore di Empoli Andrea Taddei.
La penalizzazione per i 29 Comuni toscani (e molti altri in tutta Italia) si riflette con forza sugli equilibri finanziari dei bilanci, in quanto l’incidenza del prelievo IMU per alimentare il Fondo di Solidarietà in molti casi si colloca tra il 10% e il 20% del totale delle entrate tributarie, con conseguenti problematiche nella redazione e chiusura dei bilanci. A ciò va ad aggiungersi il blocco alla manovrabilità delle aliquote tributarie che vanifica, da un lato, la ratio per la quale il margine dello sforzo fiscale incide sulla costruzione del Fondo, dall’altro impedisce di recuperare risorse preziose per proseguire una sufficiente erogazione di beni e servizi. Alcuni di essi hanno invece già raggiunto la soglia massima di imposizione IMU-TASI.
La novità della conferenza Stato-Città, come detto, aiuta ma non risolve. Si tratta di un’integrazione richiesta dell’Anci, con risorse provenienti da fondi non utilizzati per il ristoro del minor gettito Tasi sull’abitazione principale dei Comuni con gettito sotto standard (circa 15 mln. di euro), nonché dalla quota inutilizzata degli accantonamenti per rettifiche sull’FSC 2015 (circa 11 milioni di euro). Sono quindi circa 26 milioni di euro ripartiti – attraverso un ulteriore Dpcm di prossima emanazione – in base agli stessi criteri del correttivo statistico utilizzato per la quota perequativa 2016. I Comuni interessati sono circa 2.700, in maggioranza al di sotto dei 5 mila abitanti, per i quali l’effetto perequativo comporta una riduzione di risorse nel biennio 2015-2016 maggiore del -1,96 % delle risorse “storiche” 2014. Pubblichiamo qui l’elenco dei Comuni con il rispettivo importo (allegato A dell’accordo) e la qui nota metodologica (allegato B).
Alla fine, per i 29 Comuni toscani si tratta di cifre che nella maggioranza dei casi sono ben lontane dal colmare l’effettiva penalizzazione. Da qui la necessità di un correttivo strutturale che migliori la condizione dei Comuni con Fondo di solidarietà negativo. E il prossimo appuntamento sarà quindi un incontro con i parlamentari Toscani da organizzare entro la prima metà di settembre, per mettere a punto e condividere il documento di modifica.