GROSSETO – Incontro al vertice per la Federalberghi della provincia di Grosseto in occasione del seminario dal titolo attualissimo “Lotta all’abusivismo sommerso turistico e sharing economy” , ospitato all’hotel Fattoria La Principina lo scorso 19 maggio.
Il direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara e l’avvocato Federica Bonafaccia hanno incontrato gli operatori del settore per illustrare i dati aggiornati circa l’abusivismo ricettivo, le conseguenti ricadute sulla ricettività tradizionale, sulla società e sulla sicurezza.
In effetti quello che una volta era un bonario e inoffensivo modo di arrotondare le entrate delle famiglie nelle località di mare, attraverso l’affitto di stanze con il passa parola, è ormai diventato un boomerang dagli effetti non sempre positivi.
Secondo Nucara l’avvento di internet ha pianificato l’ambito di offerta del settore turistico mettendo tutti sullo stesso piano ed aumentando in maniera esponenziale l’offerta di B&B e appartamenti.
Quest’ampliamento di offerta è un fatto positivo, ma perché le tasse e gli obblighi fiscali sanitari e di sicurezza non sono altrettanto equiparati ?
“E’ bene sapere – specifica Nucara – che in Toscana ci sono 26 mila alloggi presenti su uno dei più famosi portali internazionali dedicato agli affitti, di cui il 73% affittano interi appartamenti per periodi che superano di gran lunga quelli previsti dalla Regione Toscana per gli affitti occasionali. Addirittura il 35% di coloro che sono sul mercato dei portali hanno più strutture in vendita, ma non compaiono agli occhi della legge come imprenditori”.
In realtà esiste una normativa in materia ricettiva che ha da tempo stabilito le necessarie differenziazioni, ma la mancanza di controlli sui terreni comunali ne vanificano di fatto gli effetti.
“Dovete pretendere i controlli da parte delle amministrazioni comunali – consigliano dalla direzione nazionale – deve essere reso possibile segnalare situazioni ambigue di ingiusta concorrenza: la struttura che si dichiara “affittuario occasionale” non solo fa lievitare i costi di gestione a quelle regolari, che pagano le tasse, ma non inviando le schede di pubblica sicurezza degli alloggiati alla Questura, non contribuisce nemmeno al controllo del territorio”.
Del tutto d’accordo il Presidente Provinciale della Federalberghi Maurizio Parrini che invoca una parità di trattamento e un esame più attento delle strutture che fanno accoglienza per avere una concorrenza leale con cui competere. “Altro aspetto da non sottovalutare – prosegue Parrini – è la mancata entrata nelle casse comunali della tassa di soggiorno, altro obbligo a cui tali attività non rispondono facendo mancare un introito importante per le amministrazioni locali”.
La Federalberghi, come esposto dettagliatamente dall’avvocato Bonafaccia, si è già attivata presentando nelle sedi nazionali e internazionali, una serie di norme per regolarizzare il fenomeno in questione.