GROSSETO – È botta e risposta sull’Imu agricola tra Luca Sani, presidente della commissione agricoltura della Camera dei deputati e Anton Francesco Vivarelli Colonna candidato sindaco del centrodestra a Grosseto.
«In questi giorni di campagna elettorale – dice l’On Luca Sani, presidente di Comagri – mi capita di sentire che Anton Francesco Vivarelli Colonna va in giro a rivendicare il merito nell’abolizione dell’Imu agricola: il classico esempio di “appropriazione indebita” a fini elettorali. Un episodio increscioso che la dice lunga sul livello delle argomentazioni del candidato sindaco del Centrodestra. L’Imu agricola è stata eliminata dal Governo e dalla maggioranza parlamentare, dopo un imponente lavoro di revisione del bilancio dello Stato per individuare la copertura finanziaria. E consentire alle aziende agricole di questo Paese di risparmiare 800 milioni di Euro di tasse tra Imu e Irap».
«Vivarelli Colonna si era limitato a presentare un ricorso legittimo sull’applicazione della imposta sui terreni di sua proprietà – prosegue Sani -. Quando è entrato in campagna elettorale, ha tentato di attribuirsene il merito dell’abolizione dell’Imu agricola. Tra l’altro giocando sull’equivoco del ruolo che, inopportunamente e in modo eticamente discutibile, continua a ricoprire come presidente di un’associazione di categoria. Visto che negli incontri che fa con alcuni settori del mondo agricolo, continua a raccontare questa storiella edificante pro domo propria, penso sia utile e legittimo dire le cose come stanno. Non per motivi elettorali, ma per decenza».
«La cancellazione dell’Imu agricola è una nostra vittoria sindacale – risponde Anton Francesco Vivarelli Colonna -: le menzogne della sinistra che adesso usa Sani per attaccarmi sono l’ennesima, vergognosa arma per screditare Viva Grosseto che ormai ha staccato di gran lunga il centrosinistra nelle corsa verso le amministrative di giugno. Sani dovrebbe pensare a fare il bene dell’agricoltura e degli agricoltori, invece di fare campagna elettorale per un candidato fiacco e perdente, al cui capezzale arrivano in soccorso le prefiche del centrosinistra, fino a scomodare ministri, sottosegretari e presidenti di commissioni parlamentari. Sani ha brillato per la sua assenza in tutti questi anni di vacanze romane, di lui non si ricorda alcun risultato positivo a favore e a sostegno delle produzioni agroalimentari e dei suoi vessati operatori».
«La battaglia che ha portato all’abolizione dell’Imu agricola è partita da piazza della Vasca, dove ci fu il primo picchetto di protesta guidato dal sottoscritto come presidente di Confagricoltura, oltre che come imprenditore agricolo. Da qui è iniziata la lunga sequenza di successi giurisdizionali che hanno portato in sede provinciale non solo alla costituzione di un precedente fondamentale, che ha sancito l’illegittimità di un tributo applicato in maniera retroattiva e quindi estensibile nei confronti di tutti gli agricoltori; ma anche il rinvio degli atti alla Consulta per la manifesta incostituzionalità della norma. Il Governo è stato quindi costretto a prendere atto di una situazione ormai giuridicamente compromessa ed è corso ai ripari eliminando l’iniquità del tributo. Invito il caro amico Sani a fare uno sforzo di memoria, giacché fu testimone del mio impegno e degli avvenimenti che ho ricordato, e a impiegare il suo tempo per provare a risolvere i tanti problemi del mondo agricolo italiano».