GROSSETO – Il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina sarà presto a Grosseto. In quell’occasione Lorenzo Mascagni, candidato sindaco del centrosinistra, gli chiederà una legge ad hoc per contrastare il caporalato, fenomeno diffuso anche in provincia di Grosseto come denunciato mesi fa dalla Cgil.
«Grosseto – spiega Mascangi in una nota – non è abituata storicamente a pensare all’agricoltura come luogo di sfruttamento. Dopo la fine del latifondo, della mezzadria, la caratteristica delle nostre imprese agricole era tutta di realtà poco più che familiari. La Maremma è stata una “terra promessa” per tante persone che l’hanno popolata e trasformata».
«Oggi le cose sono cambiate. La crescita della viticoltura ha riportato il latifondo, i grandi proprietari terrieri, e con sé una nuova domanda di lavoro agricolo. Percorrendo l’Aurelia a sud di Grosseto, ai limiti della città, è apparsa la comunità degli sfruttati che si costruisce ricoveri di fortuna in attesa del caporale e dei pochi euro per una giornata di lavoro nelle vigne del grossetano e del senese. Il lavoro cattivo, che c’è e sfrutta i più deboli, è un virus da controllare e debellare, anche perché penalizza tutti (e sono molti) gli imprenditori agricoli onesti che rispettano le regole. Non è sufficiente denunciare il fenomeno».
«Il sindaco di questa città dovrà farsene carico ed essere attore che si muova su precisi obiettivi:
- promuovere con gli altri Comune del territorio un’iniziativa di stimolo verso il Governo a sostegno del disegno di legge attualmente in itinere che prevede la confisca dei beni alle aziende che commettono il reato di caporalato, la responsabilità in solido dell’imprenditore in caso di lavoro nero o irregolare, l’assistenza legale gratuita per i braccianti che denunciano e un inasprimento delle pene per i caporali. Lo chiederò al ministro Martina che il 19 sarà a Grosseto.
- promuovere con la Regione Toscana una revisione seria di quelli che vengono definiti indici di congruità oggi non corrispondenti ai costi di manutenzione delle vigne. Di fatto la Regione dovrebbe fissare in una norma il livello di retribuzione minimo tollerabile per un certo tipo di lavoro;
- cambiare e snellire le regole e le procedure per l’assunzione dei lavoratori stagionali. Un problema che riguarda molti settori della nostra economia ed in particolare il mondo agricolo e quello del turismo. Uno sportello del lavoro stagionale che renda veramente semplici le assunzioni alle imprese e fissi un sistema tracciabile dei pagamenti.
Molte delle persone che sono organizzate dai caporali alle porte di Grosseto sono deboli perché clandestine, ricattabili e per questo maggiormente indifese. La nostra città dovrà imparare a misurarsi rapidamente anche con questi fenomeni e debellarli con le regole, con la conoscenza e intervenendo sulle cause che fanno nascere questi popoli di disperati. La revisione della Bossi Fini sull’immigrazione è un’urgenza che riguarda tutti. Gli effetti si trovano in tutte le nostre città. Reinserire queste donne e uomini nelle comunità con diritti e doveri è un obiettivo di civiltà».