GROSSETO – L’Italia è il primo Paese in Europa per specialità agroalimentari riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con 283 prodotti tra 165 Dop (Denominazione di origine protetta), 116 Igp (Indicazione geografica protetta) e 2 Stg (Specialità tradizionale garantita), davanti a Francia (228 prodotti di qualità), Spagna (190), Portogallo (134) e Grecia (103), vantando oltre un quinto – 21,5% – del totale dei prodotti di qualità europei censiti.
Grandi numeri all’interno dei quali la Toscana e la Maremma recitano ruoli da protagonisti. Più nel dettaglio, infatti, l’analisi della territorialità censita dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali evidenzia che la Toscana è al quarto posto in Italia con 31 prodotti di qualità, dietro a Emilia Romagna (42), Veneto (36) e Lombardia (33) e davanti a Sicilia (29), Lazio (26), Campania (22) e Piemonte (21). Ancor più eccezionale è il risultato della provincia di Grosseto, che si piazza all’undicesimo posto assoluto tra le province italiane per numero di prodotti agroalimentari di qualità per tipologia di riconoscimento (Dop e Igp): sono 14, al pari di Cremona, Padova, Roma, Treviso, Verona e Viterbo. In testa – tra gli altri – c’è Bologna (22), poi Brescia (18), Cuneo, Ferrara e Siena (17), Bergamo e Modena (15).
E così la Maremma mette in fila un bel pezzo d’Italia. Un bel risultato, visto che – secondo una rilevazione di Eurobarometro – l’origine geografica di un prodotto alimentare è ritenuta molto importante dall’88% dei cittadini italiani. Ragione in più perché la Maremma giochi un ruolo da protagonista nel settore.
“L’agroalimentare – dice Mauro Ciani, segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto – è un comparto che sta muovendo passi avanti più che in passato, esaltando tante eccellenze che il nostro territorio produce, e che si sta affermando su tanti mercati, non solo nazionali. E la chiave è proprio l’export. Quello dell’agroalimentare maremmano è un mercato fatto di piccoli produttori che da una parte hanno nell’eccellenza il loro punto di forza ma dall’altra scontano una debolezza nelle quantità: per questo è importante che avvertano la necessità di mettersi insieme, di creare reti d’impresa, come hanno fatto i frantoiani di Confartigianato, per poter dividere i costi e condividere progettualità comuni, in modo da accompagnare gli imprenditori che si affacciano su altri mercati e dare risposte in merito all’approccio più efficace alle normative e alle certificazioni straniere”.
Questa può essere davvero la ricetta giusta per dare risposte importanti al sistema economico locale: “Il nostro – aggiunge Ciani – è un sistema che, per imboccare definitivamente la strada dell’uscita dalla crisi, ha bisogno di rafforzarsi tramite percorsi condivisi. E’ un progetto importante, per il quale vale certamente la pena dedicare sforzi sia da parte privata che pubblica. E poi, l’agroalimentare può rappresentare anche un volano vincente a fini turistici: puntare su una formula che leghi il prodotto al territorio, infatti, significa veicolare la conoscenza e l’immagine di quel territorio. Ecco, dunque, il senso di una strategia: creare un percorso virtuoso che porti, in un’unica soluzione, a un doppio risultato”.