GROSSETO – La Fiera del Madonnino, giunta alla 38^ edizione, rilancia la sfida del settore zootecnico. All’appuntamento in programma a partire dal 22 aprile saranno ben tre gli eventi dedicati al mondo dell’allevamento, promossi da Camera di commercio, GrossetoFiere e Arat, l’associazione regionale allevatori della Toscana.
Ben 270 capi ovini provenienti da oltre 30 aziende saranno presenti presenti all’esposizione , ogni azienda esporrà dai 6 ai 10 capi, suddivisi per categoria, sesso, età. La valutazione spetterà ai giudici di Assonapa, l’associazione nazionale della pastorizia, che assegneranno i premi ai primi classificati, ma soprattutto il riconoscimento dell’accresciuta importanza per il valore genealogico.
Tra i tra appuntamenti all’interno della tradizionale e consolidata Fiera del Madonnino, figurano la seconda Mostra regionale dell’Appenninica, la razza ovina maggiormente rappresentativa della Toscana, la seconda rassegna della pecora dell’Amiata, dedicata all’omonima razza autoctona, a cui si aggiunge la prima edizione della mostra mercato dei riproduttori delle razze ovicaprine.
«Proponiamo queste iniziative convinti dell’efficacia nell’ambito della riqualificazione della filiera e nella promozione delle nostre produzioni – spiega Riccardo Breda, presidente della Camera di commercio di Grosseto -. La Fiera del Madonnino rappresenta un palcoscenico ideale per ottenere l’attenzione del pubblico e degli operatori, senza dimenticare che il comparto della zootecnia maremmana è di grande interesse».
Genuinità e rispetto del benessere degli animali sono i tratti salienti delle produzioni ovicaprine maremmane che strizzano l’occhio alla salvaguardia delle tradizioni. «Nell’alternanza con la mostra della razza Chianina, abbiamo scelto di non abbandonare il comparto zootecnico nell’attuale edizione della Fiera del Madonnino – aggiunge Andrea Masini, presidente di GrossetoFiere -. Puntiamo sul rilancio effettivo del comparto anche a livello espositivo, cercando di rendere presente il settore zootecnico in tutte le edizioni della Fiera».
Un patrimonio, quello genetico, che non deve essere disperso. «Le iniziative sono incentrate sulle razze da carne – precisa Claudio Massaro, direttore dell’Arat -. La Maremma ha un grande peso nel comparto zootecnico. Sono eventi, quelli all’interno della Fiera del Madonnino che interesseranno la conservazione del corredo genetico, ma anche i consumatori, perché l’aspetto della tracciabilità del prodotto finale sta divenendo sempre più saliente».
In Maremma la produzione principale è fornita dall’allevamento di latte, essenziale per le produzioni casearie di qualità, affiancata dalla produzione di carne, caratterizzata dal riconoscimento Igp dell’agnello appenninico. «Parlando di agricoltura in Maremma, non si può prescindere dal settore zootecnico – conclude Gaetano Dalia, presidente dell’associazione provinciale allevatori -. C’è stato un periodo, negli anni passati, in cui la Fiera del Madonnino stava trascurando questo aspetto, adesso siamo soddisfatti di questa inversione di tendenza».