ALBINIA – Tornano ad accendersi i riflettori sulle problematiche delle terre alluvionate di Albinia dove le tre associazioni, Vita, comitato Il ponte e presidio di Marsiliana, hanno deciso di inviare una lettera aperta di protesta al governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, ai sindaci dei territori interessati ed al Consorzio Bonifica per far sì che si riapra quel canale di comunicazione che si era creato negli anni passati tra alluvionati ed istituzioni: «Ci riferiamo a quel rapporto di comunicazione che permetteva a noi, come cittadini, di essere informati pressoché costantemente sul procedere dei lavori, sullo stato di avanzamento della progettazione delle opere, sulle strategie e i percorsi intrapresi in modo di poter vagliare, valutare e proporre eventuali nostre istanze – spiega il presidente di Vita, Aleandro Graziani – ci sentiamo amareggiati ed anche un po’ traditi da questa distanza che nuovamente sentiamo grave con le istituzioni».
«Abbiamo alcune questioni in sospeso, quest’anno la stagione invernale è stata clemente, ha permesso alle ditte di portare avanti i lavori all’interno del fiume Albegna e quelli del limitrofo argine remoto senza grandi intoppi ma, molto altro ancora c’è da fare – continua -. Avevamo chiesto chi e quando si sarebbe dovuto far carico del ripristino delle strade comunali e consortili, avevamo chiesto chi e quando, sarebbe dovuto intervenire per la rimozione di quegli enormi stoccaggi di materiale, misto di terra e litoidi, improvvisati su terreni adiacenti al fiume, avevamo segnalato una probabile criticità, vale a dire un cedimento, un avvallamento piuttosto evidente, sull’argine del torrente Magione-Radicata, in prossimità del sifone in località La Fornace».
«Queste sono alcune delle questioni, diciamo così, più specifiche. C’è però un argomento delicato ed importantissimo che ci preme maggiormente, lo studio del professor Paris dell’Università di Firenze, che dovrebbe servire ad individuare con precisione lungo tutta l’asta del fiume Albegna, le zone e le tipologie di interventi da mettere in opera al fine di rendere il fiume più sicuro per chi vi abita, ma ad oggi – concludono le associazioni – non abbiamo ricevuto alcun riscontro in merito. Per questo vogliamo esprimere con forza la nostra preoccupazione su questo tema, e chiediamo pertanto che al più presto ci siano fornite, da chi deputato a farlo, tutte le risposte che attendiamo.»