GROSSETO – «Sono democratico e antifascista». Così Lorenzo Mascagni dopo le polemiche che stanno prendendo corpo in città e nel centrosinistra sul fronte delle alleanze e dopo l’ipotesi di un possibile ingresso di Passione Grosseto nella “sua” coalizione. Ma le parole che hanno fatto scatenare un vero “putiferio” mediatico sono quelle di Giovanni Lamioni che rispondendo ad una domanda dell’ex sindaco Alessandro Anichi su Facebook ha scritto: “Ho votato il Centro Destra di Almirante per arrivare al ” penultimo Berlusconi” passando per Fini e Casini”.
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Sono in attesa, con sincera curiosità, di sapere con quali motivazioni il mio amico Giovanni Lamioni giustifica il suo…
Pubblicato da Alessandro Antichi su Mercoledì 6 aprile 2016
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E così dopo il “duello” tra Antichi e Lamioni, oggi a parlare è Mascagni. «Giorgio Almirante – spiega Mascagni – e coloro che si ispirano al neofascismo non possono avere rapporti con me e con la coalizione che mi sostiene. Lascio questi retaggi memoria di violenza, intolleranza, dittatura ad altri. Fra poco sarà il 25 aprile, la festa che sancisce la liberazione, mi piacerebbe che nelle nostre piazze scendessero tutti i cittadini, tutti i candidati che si riconoscono nella nostra Repubblica democratica e che in quella data riconfermano il loro no al nazifascismo. Lo dico a Gori e Vivarelli Colonna, a Ceciarini e Barzanti, lo dico a tutti e li aspetto».
«Da quelle piazze in festa – dice Mascagni – si guarda meglio la città, si ascoltano le voci, ma anche i ricordi, la nostra Grosseto. Ho iniziato la mia campagna dal parco Pollini, in via Ximenes, perché considero un valore l’eredità di un sindaco speciale che, seppur spezzata in mille rivoli, scorre nelle strade e tra le persone. Il mio sguardo parte dalla storia democratica e antifascista ed è racchiuso in sintesi nella definizione di centro sinistra».
«Io sto con questa città, desidero lavoro, premura, solidarietà, coesione. Desidero ascoltare e fare mie le parole delle donne, dei giovani e degli anziani, perché penso che la nostra sia una comunità ricca e attrattiva. C’è bisogno dunque di unire; di fare sintesi della complessità dentro un progetto politico che tenga conto di tutto; questa cosa ha un nome antico, che io considero sempre attuale: bene comune».
Insomma la situazione di complica sempre di più nel centrosinistra senza considerare “l’affaire Udc” anche questo legato al possibile accordo con Lamioni che oggi appare meno vicino di qualche giorno fa quando a Grosseto andò in scena il patto della Margherita (Politica a tavola: dopo il picio, ecco il patto della Margherita con Mascagni, Borghi e Lamioni fotogallery).