GROSSETO – “Oggi la Cia piange la morte di un altro dei suoi dirigenti. Questa notte dopo una lunga battaglia Aldo Pollini si è arreso e ha deciso di lasciarci”. Così Enrico Rabazzi, presidente Cia, saluta Aldo Pollini, dirigente dell’associazione, deceduto questa notte.
“Oggi la Cia e tutto il mondo agricolo sono più soli. Da domani le battaglie saranno ancora più difficili perché la vita ci ha voluto colpire, ancora una volta, togliendoci un amico e un grande collega” prosegue Rabazzi.
Aldo Pollini, molto conosciuto in provincia di Grosseto per il suo ruolo all’interno della Confederazione, era stato colpito l’anno scorso, proprio nel giorno del suo compleanno, da un’emorragia celebrale dalla quale non si era più svegliato e questa notte, a seguito di alcune complicanze, il cuore ha smesso di battere.
“Poco più di un mese fa abbiamo salutato Gusmano Pallini – ricorda Rabazzi – oggi il fato ci ha voluto riservare quest’altra tragedia. Un lutto che colpisce non solo la nostra organizzazione ma tutto il mondo agricolo. L’assenza di Aldo difficilmente sarà colmata. Era fermamente convinto che dal settore primario potesse sorgere un nuovo e grande Paese, con più occupazione e più reddito per tutti, per questo era sempre pronto a lottare in nome degli agricoltori e dell’agricoltura”.
“Una tenacia e una forza che ha dimostrato anche in questi mesi di malattia fino a questa notte. Noi tutti, e io personalmente, perdiamo un grande amico oltre che un grande collega, lavorare fianco a fianco in nome del settore primario aveva portato ad una forte stima reciproca che si è trasformata in fiducia e amicizia – continua Rabazzi -. Oggi i ricordi sono tanti ma in questo momento prevale un grande vuoto e un senso di solitudine. Tuttavia Aldo era una persona allegra e dunque voglio ricordare il suo sorriso e le sue immancabili battute oltre naturalmente alla sua disponibilità e professionalità. Voglio ricordare anche la sua passione per la Fiorentina, per i prodotti del nostro territorio e per la moto che usava per scoprire gli angoli nascosti di questa terra che adorava”.
“Ricordo anche l’amore e l’orgoglio per la figlia, Beatrice, la sua principessa come la chiamava. Tutto questo ci mancherà, come è mancata la presenza di Gusmano in questi mesi. Come Cia – conclude Rabazzi – altro non possiamo fare se non portare avanti il lavoro in cui entrambi credevano e per questo da oggi l’impegno sarà ancora maggiore. Alle famiglie e a Beatrice le nostre condoglianze e il nostro sentito affetto”