GROSSETO – È stato raggiunto il quorum per la cittadinanza onoraria al Pm Nino Di Matteo. «In tutta la storia del Comune di Grosseto – affermano Patricia Ferreira e Guido di Gennaro che fanno parte del gruppo promotore – non era mai successo: sono state depositate due proposte di deliberazione di iniziativa popolare, sottoscritte da 108 cittadini, per il conferimento della cittadinanza onoraria al PM antimafia Nino Di Matteo, per l’invio di una missiva istituzionale indirizzata alla Procura di Palermo e allo stesso magistrato e per l’esposizione di uno striscione di solidarietà sulla facciata del Comune».
«Vale la pena ricordare che Nino Di Matteo è un magistrato che da oltre vent’anni è impegnato nelle inchieste sulla trattativa tra Stato e mafia e sui rapporti tra istituzioni e criminalità organizzata – proseguono i promotori -, continuando l’opera già intrapresa dai giudici Falcone e Borsellino e che, come loro, si trova oggi in una pericolosa situazione di isolamento a livello istituzionale. Le proposte seguiranno ora l’iter previsto dal Regolamento comunale e approderanno in seno al Consiglio nello stesso modo in cui le presentano i consiglieri senza, tuttavia, coinvolgere nessun partito».
«Alla base della scelta di questa modalità da parte del Comitato promotore, e del lavoro di sensibilizzazione svolto nei tre mesi intercorsi da quando l’iniziativa è stata lanciata, c’è la ferma convinzione che il tema della legalità debba essere un valore trasversalmente condiviso da tutta la società civile: è per questo motivo che il Comitato ha appreso con enorme disappunto di quanto intrapreso dal consigliere comunale del M5S. Infatti, anziché appoggiare l’iniziativa in corso, di cui era stato portato a conoscenza, ha recentemente presentato una propria proposta di deliberazione per il conferimento della cittadinanza onoraria al PM Di Matteo. Oltre a rilevare la scorrettezza nei confronti di tutti quei cittadini che hanno apposto la propria firma in Comune, nonché del Comitato Promotore, questo gesto potrebbe mettere a rischio l’approvazione della delibera stessa – concludono – anche in considerazione dell’appartenenza di tale consigliere ad una forza politica di opposizione».