TALAMONE – Un’idea di porto “verde” su cui ci sarà, comunque, ancora molto da lavorare sia dal punto di vista tecnico che urbanistico. Questa mattina, come avvenne già nel 2011 in concomitanza con le elezioni amministrative, quando furono presentate le tre idee della giunta Matteoli-Di Vincenzo, l’amministrazione Paffetti ha presentato ufficialmente una bozza del progetto di quello che potrebbe essere in futuro il porto di Talamone.
Un lavoro, quello presentato dalla architetto Vittoria Bieco, che non cambierà la skyline del caratteristico borgo garibaldino e che dovrebbe racchiudere circa 600 posti barca in una struttura ben integrata con il paese.
« Questo è il nostro nuovo modo di vedere la riqualificazione del porto di Talamone, e la prima cosa che abbiamo chiesto ai progettisti è stata quella di creare una struttura integrata con il paese, e non isolata – ha spiegato Monica Paffetti – in particolare quello che abbiamo voluto evitare è stata la cementificazione che si sarebbe potuta nascondere dietro la creazione di un porto. »
Passando agli aspetti tecnici presentati questa mattina, la cosa fondamentale esposta dalla responsabile dello studio di progettazione è stata quella che i limiti del porto rimarranno pressoché uguali a quelli già esistenti. La diga foranea rimarrà della stessa lunghezza, ma verrà banchinata all’interno, mentre la protezione dai venti da est e sud-est della parte a nord del porto sarà assicurata da una barriera soffolta che partirà dal centro del porto proprio dove, ad oggi, il fondale diventa molto basso. Altro elemento importante sarà la deviazione del canale collettore che sfocerà a nord dell’attuale cantiere, lasciando la vecchia foce del “fossino” a raccogliere le circa 150 imbarcazioni della nautica sociale. Sempre a nord sarà cambiata la viabilità ed aumentati i parcheggi, nella zona sotto il cimitero, dove verrà localizzata la cantieristica e l’alaggio ed il varo delle imbarcazioni. Insomma un progetto che, tutto sommato, non cambierebbe eccessivamente l’aspetto incantevole dei luoghi ma su cui ci sarà ancora da lavorare: non poche infatti, sono state le osservazioni fatte dagli operatori prestni, soprattutto rispetto alle localizzazioni dei luoghi di rifornimento dei carburanti, delle attività commerciali del porto e degli spazi riservati agli operatori della pesca e dei charter turistici.