GROSSETO – Ancora bordate del Movimento 5 stelle sulla gestione dei rifiuti nel Grossetano. Nelle prossime ore infatti il candidato a sindaco, Giacomo Gori, presenterà un’interrogazione destinata a far luce sulla legittimità delle convenzioni stipulate tra Ato e gestori degli impianti di smaltimento.
Nel 2010 l’assemblea Ato sud recepisce il testo della convenzione tipo. Un testo destinato a essere sottoscritto dai gestori dei singoli impianti adibiti alla conclusione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani. (delibera di assemblea numero 01 del 17 marzo 2010).
Trascorsi pochi mesi dall’approvazione della delibera, però, l’assemblea Ato approva un nuovo testo della convenzione tipo e – al contempo – dà il via libera a bozze di convenzione con ciascun gestore d’impianto (delibera di assemblea numero 19 del 18 maggio 2010). L’anno seguente il Cda di Ato apporta una serie di modifiche al testo della convenzione (delibera di Cda numero 13 del 24 marzo 2011) senza riproporre all’assemblea l’approvazione delle modifiche. Questo, in quanto “(…) è possibile ritenere che, nonostante le modifiche introdotte, siano comunque stati preservati quegli elementi essenziali sui quali vi era stata approvazione da parte dell’assemblea consortile d’ambito.(…)”. Alla delibera del Cda di Ato numero 13 del marzo 2011 viene allegato un documento che illustra sinteticamente i cambiamenti introdotti rispetto al testo approvato dall’assemblea di Ato: tra questi anche il sistema di calcolo dei corrispettivi e l’introduzione dei cosiddetti “minimi garantiti”.
Dalla lettura del documento allegato alla delibera risultano ulteriori modifiche apportate dal Cda. Anzitutto, nelle convenzioni approvate con la delibera 19/2010 non erano presenti le soglie minime. Inoltre, il sistema di calcolo del corrispettivo gestione impianto a carico del gestore unico era integralmente diverso da quello poi introdotto con la delibera del Cda 13/2011: si passa da un sistema rendicontato e codificato delle effettive spese sostenute nell’anno di riferimento a un sistema “a corpo” – stabilito una tantum nel 2011 – da adeguare con cadenza annuale in base all’andamento degli indici statistici di alcune voci di costo e dimensionato su gruppi di quantitativi di rifiuti conferiti prestabiliti e fissi (quantitativi minimi): di fatto, la quantità del corrispettivo è svincolata dall’effettivo andamento dei costi reali, siano essi in incremento o diminuzione, sostenuti dal gestore dell’impianto. Considerato che, il consiglio di amministrazione degli Ato, in base alla legge numero 61/2007 aveva funzioni amministrative, essendo attribuite le facoltà decisionali all’organo assembleare, la procedura utilizzata da Ato Sud sembra non rispettare la distribuzione delle competenze.
Ecco perché il M5s interroga sindaco e giunta.
“Per prima cosa – incalza Giacomo Gori – vogliamo sapere se il municipio non ritiene che, data la rilevanza delle modifiche apportate al sistema di calcolo del corrispettivo originariamente previsto e approvato dall’assemblea dei comuni di Ato con delibera numero 19 del 18/05/2010, il nuovo sistema di calcolo del corrispettivo gestione Impianto non dovesse essere nuovamente sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei comuni; inoltre, chiedo con quale motivazione sia stata giustificata la scelta compiuta dal Cda inerente la previsione delle soglie minime garantite per ciascun impianto, rispetto a quanto invece previsto dalla ricordata deliberazione dell’assemblea”.
Ma c’è dell’altro. “Come mai il Comune non ha evidenziato l’irregolarità della procedura utilizzata da Ato nell’apportare modifiche rilevanti come quella del nuovo sistema di calcolo del corrispettivo introdotto dalla delibera del Cda numero 13 del 2011?”. E poi, “che azioni intende assumere il municipio per ripristinare la legittimità degli atti in essere tra Ato e gestori degli impianti dello smaltimento finale dei rifiuti?”.