GROSSETO – «”Il Comune non deve fare il farmacista”. E poi ancora “Sulla vendita delle quote delle Farmacie comunali non demordiamo” diceva il sindaco, Emilio Bonifazi, nelle estati 2013 e 2014. Bene: avevamo ragione noi». Lo afferma il candidato sindaco dei 5 Stelle Giacomo Gori, che parla delle Farmacie comunali come di «un presidio sanitario e sociale».
«La scelta di dar via la quota di maggioranza di Fcr detenuta dal Comune era sbagliata – prosegue Gori -. Senza se e senza ma. “Un’operazione folle” tanto che il Movimento si oppose in ogni modo, comprese le vie legali e la minaccia (sostenuta, va detto, anche da Cristina Citerni di Sel) di un referendum cittadino che avrebbe inchiodato l’amministrazione ai suoi doveri».
«Non si gioca con la salute dei cittadini. Non si rimpolpano i bilanci con servizi che sono e che devono restare pubblici. Le farmacie sono un presidio sociale e sanitario. Un punto imprescindibile – prosegue Gori -. Lì, come dimostrato in parte oggi, possono essere offerti numerosi servizi alla cittadinanza. La sanità dev’essere vicina al cittadino. Oggi apprendiamo dai media quel che avevamo sempre detto: se ben gestite, le farmacie comunali sono anche una fonte di guadagno di tutto rispetto. Ma il primo interesse di chi risiede in municipio è e dev’essere sempre (e, ribadiamo, sempre) il bene dei cittadini. La cura dei servizi. Specie se questi sono legati alla sfera della salute. E invece cotinuiamo ad assistere a scelte scellerate, come quella di riorganizzare la sanità toscana in mega ambiti che prosciugano i territori più deboli a danno delle persone».
«Ricordiamo – attacca il candidato sindaco del M5s, Giacomo Gori – visto che siamo abituati a discutere di fatti e non di chiacchiere da bar, che il candidato a sindaco del centrosinistra (anzi, forse sarebbe meglio dire il candidato di centro-centro), Lorenzo Mascagni, votò a favore della cessione delle quote pubbliche di Fcr. Lo spieghi all’ala sinistra del suo elettorato, se c’è sempre un’ala sinistra in quel partito. Lo spieghi a chi ancora crede nei valori di giustizia e solidarietà che non possono essere sacrificati per rimpinguare le casse degli enti. Fcr non rendeva a sufficienza? Perché il Pd anziché spingere per una riorganizzazione puntò tutto sulla (s)vendita?”. E cosa dire dell’azione dell’allora giunta Antichi, che nel 2000 diede via la quota oggi in mano ai privati? Due facce, quelle del centrodestra e del centrosinistra, della stessa medaglia. Il partito della nazione in salsa grossetana».
Il Movimento 5 stelle resta convinto che la sfida di Fcr sia ancora in corso: «Sarebbe bello poter acquisire, nel tempo, anche la quota di minoranza oggi in mano ai privati. Sono convinto – conclude Gori – che l’investimento potrebbe ripagarsi da solo con gli enormi utili che questo gruppo è in grado di garantire. Utili che, questo dev’essere chiaro, non devono in alcun modo andare in conflitto con quello che è e deve sempre rimanere l’interesse primario: il servizio ai cittadini».