CAMPAGNATICO – “Oramai non abbiamo più parole. Diventa infatti sempre più difficile trovare un senso a ciò che accade nelle nostre campagne, e questo è grave perché potrebbe portare a reazioni esasperate; reazioni nate dall’umiliazione e dalla rabbia di chi lavora senza sosta, giorno e notte per sette giorni alla settimana, sempre con la preoccupazione che arrivino i predatori” Sono le parole del presidente provinciale della Cia Enrico Rabazzi alla notizia dell’ennesimo attacco a un gregge. A subire la perdita di 6 pecore, oltre a un decina scappate terrorizzate che non si trovano, la famiglia di Enrico Lozzi di Campagnatico.
“Abbiamo sempre avuto fiducia nelle istituzioni e le abbiamo anche assecondate quando ci hanno chiesto di avere pazienza. Ora però questa pazienza è davvero finita – prosegue Rabazzi -. Comprendiamo che ci sono tanti problemi, ora per esempio tutti sono presi dalla prossima tornata elettorale, ma non possiamo e non vogliamo essere sempre relegati a cittadini di serie B o addirittura C. La famiglia Lozzi pur avendo 4 cani da guardiania questa settimana ha subito tre attacchi, quest’ultimo per un danno che si aggira sui 5mila euro”.
“Ma la questione economica, come abbiamo sempre ribadito – spiega Rabazzi – è solo una parte del problema, ora infatti bisognerà calcolare i danni al resto del gregge terrorizzato e gli eventuali aborti. Come se non bastasse ci saranno spese per lo smaltimento delle carcasse e le procedure burocratiche: oltre al danno dunque la beffa. Ad aumentare la rabbia e l’indignazione di noi agricoltori, anche il fatto che il figlio di Enrico Lozzi aveva da poco iniziato la sua attività di imprenditore agricolo, e dopo le tre aggressioni pensa di abbandonare il settore. La pastorizia è oramai al collasso, comprendiamo che forse questo non fa notizia ma vorremmo fosse chiaro- conclude il presidente – che se i pastori decidono di abbandonare il loro lavoro le conseguenze saranno a carico di tutti, anche di coloro che oggi ci accusano di essere criminali solo perché svolgiamo il nostro mestiere, degli ambientalisti e animalisti della domenica e naturalmente della politica. Troppo spesso infatti chi predica contro i pastori dimentica il ruolo che svolgono a tutela del territorio”