SCARLINO – Non ci sarebbero valori anomali nelle rilevazioni compiute dall’Arpat e della centraline dopo il caso del “fermo impianto” dovuto al blackout del 15 febbraio.
Questo stando al rapporto ispettivo inviato dall’Arpat dopo il sopralluogo sull’impianto e l’analisi dei primi dati.
«La condizione di marcia anomala – si legge nella nota ufficiale del Comune di Scarlino – si è verificata intorno alle 13.30 a seguito di un blackout elettrico che ha interessato l’impianto, causato secondo l’ipotesi al momento più accreditata, dalla caduta di un fulmine nella zona della ciminiera. I tecnici del dipartimento Arpat sono intervenuti sul posto per un sopralluogo alle 15.30, dopo la comunicazione del gestore dell’impianto avvenuta intorno alle ore 14.00».
«Al momento del fermo impianto il digestore numero 6 si trovava in fase di attacco della scoria titanifera, in una periodo in cui non è più fisiologicamente possibile da parte del gestore interrompere la reazione.
Il blackout generale ha determinato il fermo del sistema di abbattimento sui camini».
«La fornitura dell’energia elettrica è stata ripristinata intorno alle ore 14.30.
Nel corso del sopralluogo sono stati acquisiti i dati dei sensori a terra di H2S e i dati della centralina meteo; il gestore ha trasmesso i dati di impianto di interesse, i dati delle centraline a terra SO2 e i dati delle centraline di qualità dell’aria a Follonica e a Scarlino Scalo».
«I sensori di H2S non hanno mostrato picchi al momento del black -out.
Anche le centraline di qualità dell’aria poste a Follonica e Scarlino Scalo ( via isola di Giannutri) non hanno registrato alcune valore anomalo di H2S e SO2».
«E’ intervenuta presso l’impianto anche il servizio di Medicina del Lavoro dell’azienda USL Toscana Sud Est».
«Sono in corso ulteriori valutazioni per gli aspetti riguardanti le procedure operative adottate dal gestore e altre verifiche per quanto di loro competenza».