MAGLIANO IN TOSCANA – Un restauro blindato che dovrebbe consegnare nuovamente all’eternità lo splendido Torrione medioevale di Magliano in Toscana. Questa mattina, dopo tre anni e tre mesi dal tragico evento del crollo di questa parte delle mura del caratteristico borgo maremmano, avvenuta in concomitanza con la tragica alluvione del 12 novembre 2012, è stato inaugurato ufficialmente il nuovo look del Torrione posto a nord del paese, alla presenza di politici, tecnici ed istituzioni culturali. Un taglio del nastro molto atteso, quello effettuato dal sindaco di Magliano in Toscana, che nell’occasione ha visto la presenza della dottoressa Federica Piccirillo, dei “Beni Culturali”, del dottor Fabio Del Torchio, della Soprintendenza alle belle arti e paesaggio di Siena, Grosseto, Arezzo e del consigliere regionale, Leonardo Marras, oltre naturalmente a tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco.
La sottosegretario del ministro Franceschini, che avrebbe dovuto presentarsi alla cerimonia, ha invece mandato un messaggio di saluto che è stato letto dallo stesso sindaco Cinelli ai presenti intervenuti, in un secondo momento, presso il Borgo Magliano Resort dove si è entrati nel vivo delle spiegazioni riguardanti questa splendida operazione di ricostruzione di un bene storico pubblico.
In questa sede, dopo i canonici discorsi istituzionali sui vari ed indiscutibili meriti e competenze riguardanti l’operazione, ad attrarre l’attenzione è stata la descrizione particolareggiata dell’intervento fatta dall’ingegnere Susanna Carfagni, che è stata la progettista e la direttrice dei lavori: «Per prima cosa siamo andati a cercare la causa che ha determinato il crollo di questa parte di mura – ha spiegato lei – che è stato dovuto ad una mancanza di drenaggio di tutto gran carico di acqua che venne giù dal cielo in quella tragica circostanza. Le vecchie mura non ce l’hanno fatta a sorreggerlo e per questo, per ricostruirle, siamo dovuti partire proprio da questo punto per dare una stabilità sicura e duratura».
«Abbiamo dapprima recuperato il più possibile il materiale crollato con cui erano state costruite le mura in origine ed abbiamo fatto uno studio tridimensionale allo scanner in maniera da ricostruire fedelmente il profilo del Torrione. Per ricostruirlo siamo partiti poi con l’apposizione di alcuni pali che sono stati infilati a ben 25 metri di profondità e che sono coadiuvati da tiranti la cui efficacia, nel tempo, sarà monitorata da due postazioni composte da manometri. Insomma – ha concluso la Carfagni – abbiamo cercato di non lasciare nulla al caso, portando avanti il lavoro in collaborazione e contatto continuo con la soprintendenza alle belle arti e con quella archeologica, sfruttando anche la serietà dell’azienda che aveva vinto il bando in questione.» Era presente il coro dei Madrigalisti di Magliano.