GROSSETO –L’artigianato è vittima della concorrenza sleale, dal lavoro sommerso all’abusivismo. I numeri – secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese di Roma su dati Istat e Unioncamere-Infocamere – sono spietati: nel settore si registra un irregolare ogni sei dipendenti regolari. E di conseguenza, in tutto il Paese, sono 6.897.000 le persone che acquistano beni e servizi che contengono lavoro irregolare, con una spesa del 75,5% superiore alla media europea. E la Maremma, purtroppo, non fa eccezione. In provincia di Grosseto infatti risultano 4.102 imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale, su un totale di 5.851 attività che costituiscono l’intero settore.
Tra queste, sono 1.308 quelle che subiscono un’alta esposizione alla concorrenza sleale, mentre altre 2.794 attività registrano un’esposizione alla concorrenza sleale che si può definire media. Numeri che si ripercuotono, in proporzione, sui vari settori del comparto che vede in Maremma 2.307 attività nelle costruzioni (434 in edilizia e 1.873 nelle installazioni), 557 in servizi di parrucchieri e trattamenti estetici, 163 nel trasporto di merci su strada, 215 in servizi di alloggio e ristorazione, 343 in agricoltura, silvicoltura e pesca. Proprio in merito al comparto del benessere, che comporta effetti diretti sulla salute dei cittadini, Confartigianato Imprese Grosseto ha già aderito qualche mese fa alla campagna regionale “Proteggi la tua salute, dai valore alla tua persona” promossa contro l’abusivismo dalla stessa associazione di categoria. Una campagna che da un lato si proponeva di lanciare l’allarme sui danni arrecati ai professionisti del benessere dal fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale, come se non bastassero la crisi e la tassazione, ma soprattutto di sensibilizzare i cittadini affinché evitino chi opera in nero, praticando prezzi bassi perché non sottoposto al regime fiscale che vige per chi ha un negozio, e le attività che non rispettano le regole in materia di personale e di prodotti, rappresentando dunque un rischio per la salute dei clienti. Un allarme che, a maggior ragione, vale ancor di più oggi alla luce dei dati aggiornati che emergono dall’indagine condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato.
“L’artigianato, anche in Maremma, è fortemente esposto alla concorrenza sleale del lavoro sommerso e dell’abusivismo – conferma il segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto, Mauro Ciani – e questo ha conseguenze non solo per i titolari delle attività, ma per tutti: la spesa di chi acquista beni e servizi che contengono lavoro irregolare è ingente, ben superiore alla media dell’Unione Europea. L’economia regolare scende, l’economia illegale cresce. Dati sui quali è indispensabile soffermarsi e ragionare perché, crisi o non crisi, il futuro di un territorio dipende anche dalla legalità del tessuto produttivo”.