GROSSETO – Un protocollo di intesa tra Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e Comune di Grosseto per l’attuazione di un programma di valorizzazione e razionalizzazione di immobili di proprietà dello Stato presenti nel territorio comunale di Grosseto.
Il Comune nei giorni scorsi ha dato il via libera alla firma dell’accordo che si propone di creare le condizioni necessarie da un lato per la riqualificazione del tessuto urbano di Grosseto, recuperando alcune aree oggi sottoutilizzate, e dall’altro per valorizzare gli immobili di proprietà dello Stato.
L’accordo, che verrà firmato ufficialmente nei prossimi giorni da tutti i soggetti coinvolti, riguarda nello specifico cinque aree: una porzione della caserma Barbetti situata in via Senese e una porzione dell’area logistica dell’Aeronautica Militare a Marina di Grosseto non più necessarie ai fini della Difesa e che necessitano di un’apposita variante urbanistica, il compendio “Vivarelli” di via Mazzini, ad oggi parzialmente utilizzato dall’Esercito Italiano per il quale si prevede la possibilità che entri nella disponibilità del Comune, il Poligono in via del Tiro a segno che si prevede entri nella disponibilità del Comune ed infine di un immobile di proprietà del Comune che ospita la caserma dei Carabinieri in via IV Novembre a Marina di Grosseto, e che potrà essere preso in considerazione per una permuta finalizzata a ridurre le spese per le locazioni passive.
Inizia così un importante percorso comune di collaborazione istituzionale finalizzato a riorganizzare il patrimonio immobiliare del settore pubblico, centrale e territoriale: da un lato infatti il Ministero della Difesa considera di primaria importanza una migliore utilizzazione delle infrastrutture militari anche attraverso la dismissione degli immobili non più necessari, e dall’altro il Comune di Grosseto si propone di avere la disponibilità di alcuni immobili e complessivamente di valorizzare urbanisticamente alcune aree, in coerenza con gli indirizzi di sviluppo della città.
“Si tratta di un percorso – ha spiegato il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi – sul quale ci stiamo adoperando da lungo tempo. Questo accordo costituisce infatti un primo tassello fondamentale nei rapporti tra Comune, Ministero e Demanio, che porta a compimento un lavoro di mesi portato avanti dagli uffici del Patrimonio con grande determinazione. “Quello che ci premeva – ha detto il vicesindaco di Grosseto Paolo Borghi – era mettere in piedi una serie di collaborazioni strutturate nell’interesse sia dell’amministrazione locale sia di quella statale, che deve valorizzare il proprio patrimonio. Da parte nostra come Comune di Grosseto ci stiamo adoperando in varie forme per riorganizzare il patrimonio comunale, intervenendo come in questo caso con soluzioni innovative a problematiche complesse. Troppo spesso alcune attività fondamentali si arenano di fronte alla burocrazia ed all’intreccio di competenze tra enti pubblici: in questo caso dimostriamo come sia possibile superare questi ostacoli tenendo presenti come obiettivi la semplificazione amministrativa e l’interesse dei cittadini”.
Nel caso della caserma dei Carabinieri di Marina, di proprietà comunale e per cui lo Stato paga un affitto, il Comune vorrebbe proporre una permuta: passare la proprietà allo Stato e in cambio ottenere il Diversivo o la Fortezza di Marina che attualmente ospita alloggi della Finanza.
Per quanto riguarda il tiro a segno l’intento è di spostarlo dalla città, per allocarlo magari all’interno di qualche spazio militare già esistente. In quel caso la nuova costruzione dovrà essere fatta senza spese per lo Stato, ossia riutilizzando quanto viene dalla vendita dello spazio esistente.
Gli accordi con Ministero della Difesa e Demanio prevedono che dallo Stato arrivino delle proposte magari di cambio di destinazione per certe strutture o spazi e che il Comune decida se acconsentire a questo tipo di richieste. Al comune verrà devoluto dal 5 al 15% dell’aumentato valore che verrà allo Stato dai cambiamenti effettuati. Oltre a questo l’operazione consentirà anche di recuperare spazi, a volte degradate o a rischio crollo che pure si trovano in città.