GROSSETO – Resterà aperto tutto l’anno e ospiterà sei persone in più. Il dormitorio che si trova in via De Amicis a Grosseto passa infatti da una capienza di nove persone a una di 15, e inoltre non farà più servizio solo nei quattro mesi più freddi, ma resterà aperto tutto l’anno.
Il centro è gestito dai volontari di “Anteas” che collaborano con la “Ronda della carità” e che riescono a fornire risposte che il Comune e il Coeso non riuscirebbero a dare da soli. Anteas, insieme al Coeso-Sds, gestisce le sette stanze più servizi di via De Amicis (stanze comunali che ospitavano la ex circoscrizione).
«Abbiamo recuperato due stanze – afferma l’assessore alle politiche sociali Antonella Goretti -. Un servizio di straordinaria utilità a cui non potevamo certo far mancare il nostro appoggio, perché la crisi economica ha aggravato una situazione di povertà estrema per decine di persone senzatetto anche a Grosseto».
«La gestione del dormitorio di via De Amicis e delle molte altre attività per i cittadini che vivono particolari situazioni di disagio – aggiunge Fabrizio Boldrini – sono esempi di come il sistema pubblico possa creare, in collaborazione con il volontariato e il Terzo settore, dei circuiti virtuosi di produzione di servizi. Mettendosi in rete, coordinando interventi e condividendo esperienze, si possono dare risposte efficaci valorizzando anche la sussidiarietà tra cittadini, che è un valore inestimabile».
A dicembre ci sono stati 391 pernottamenti. Ogni persona che entra può restare a dormire 28 giorni, che gli servono per cercare una sistemazione, poi deve lasciare il letto libero per altre persone. Ma, soprattutto in inverno, nessuno viene buttato fuori. E se ci sono persone che devono entrare, gli uomini vengono indirizzati al Cottolengo, che ha la disponibilità di altri quattro posti, oppure si aprono due brandine nelle camerette. «Abbiamo scelto di non fare letti a castello per garantire una maggior vivibilità delle camerate – afferma il presidente di Anteas Gianfranco Benigni -. con le camere in più sono aumentati anche i bagni. Inoltre garantiamo non solo un letto per dormire, ma prima di uscire, o la sera, prima di dormire, c’è la possibilità di fare la doccia (abbiamo biancheria, lenzuola e asciugamani) di cambiarsi e di fare colazione con caffellatte e brioches».
In questo momento a dormire per strada ci sono ancora una 60ina di persone. Sono quelle di cui si prende cura la Ronda della carità con pasti caldi e coperte. Ma non tutti vogliono entrare nel dormitorio. Alcuni hanno cani o una compagna da cui non vogliono separarsi (il dormitorio è solo maschile mentre per le donne ci sono altre soluzioni anche se il Comune sta pensando ad una struttura anche per loro). Altri hanno una roulotte o un’auto in cui dormire. Ovviamente l’obiettivo è di riuscire a soddisfare, specie in inverno, la richiesta di un letto per tutti coloro che ne vorrebbero usufruire.
Dei 15 posti disponibili tre sono destinate a forme di accoglienza più lunga, per chi sta facendo un percorso specifico. Perché il tentativo è proprio quello di dare a chi esce un’alternativa. «Qualcuno ha una pensione, e allora abbiamo cercato per loro abitazioni in affitto magari in paesi e comuni limitrofi dove gli affitti sono più bassi – prosegue Benigni -. O abbiamo spinto chi si trovava bene e andava d’accordo a prendere una casa assieme. In qualche caso ci siamo occupati di fare le carte necessarie per la pensione». Il centro ha anche un magazzino di abbigliamento coperte e biancheria da distribuire.
La maggior parte dei frequentatori è straniera, sono circa il 60%. La maggior parte delle persone che scelgono o si ritrovano a vivere per strada sono uomini, la percentuale di donne è marginale. I numeri sulle effettive presenze in città sono difficili da dare. In questo periodo i volontari della Ronda incontrano circa 50 persone a uscita (ogni martedì e giovedì, a partire dalle 21). Di questi la metà è composta da persone stanziali a Grosseto, mentre gli altri sono di passaggio (rimangono qualche giorno, poi ripartono). In maggioranza si tratta di uomini, di età compresa tra i 40 e i 50 anni. La maggior parte sono stranieri. Nella distribuzione del pasto caldo, la Ronda segue un percorso preciso, che tocca alcuni luoghi individuati come punto di incontro tra i volontari e i senza dimora.