GAVORRANO – Il gruppo di opposizione Centrosinistra Gavorrano Bene Comune torna a parlare del caso “parentopoli” chiarendo alcuni aspetti.
La denuncia dell’opposizione, ormai nota, ritiene che sia stato costruito un bando appositamente per il fratello dell’assessore Daniele Tonini di un tirocinio formativo di 24 mesi che l’amministrazione comunale ha pubblicato dopo la delibera di giunta dello scorso agosto.
La delibera era stata approvata in sede di consiglio comunale il 31 agosto, senza però il voto del sindaco e quello dell’assessore Tonini che quel giorno era assente. «Ci spieghi la dottoressa Iacomelli perché ha visto bene di non presentarsi alla seduta della giunta per l’attivazione dei tirocini formativi, mettendosi di fatto al riparo da eventuali conseguenze».
Tutto studiato? L’opposizione sostiene di sì di fornisce altri dettagli sulla faccenda. «In questo periodo abbiamo approfondito la vicenda e siamo incappati in un’ulteriore incongruenza. L’avviso pubblico regionale, a cui il bando comunale si riferisce, richiede agli aspiranti tirocinanti di essere iscritti al portale regionale “Garanziagiovani”».
Un particolare che nel bando comunale non viene riportato, andando a escludere così tutti coloro che avrebbero fatto domanda, ignari di tale obbligo. Tra questi il fratello dell’assessore non entra ovviamente «perché, come abbiamo appreso, ha provveduto a iscriversi già nel mese di luglio».
Un caso? Il gruppo consiliare sostiene che il bando aveva dei requisiti tali che non avrebbero potuto essere che ricondotti che a una persona specifica. Il capogruppo Antonio Melillo parla infatti di requisiti a “imbuto”, precludendo così l’opportunità ad altri giovani “senza santi in paradiso” di presentarsi.
I requisiti richiesti nel bando erano i seguenti; età compresa tra i 18 e i 30 anni, residenza o domicilio in provincia di Grosseto, essere neo-laureato in architettura, essere disoccupato, disabilità ai sensi della legge 12 marzo 1999. Come precisa Melillo «Gli iscritti all’albo degli architetti della provincia di Grosseto sono 500, tre con handicap, di cui uno solo neolaureato».
«Per noi è un problema etico e morale, che non ci possiamo permettere. In tempi di crisi e grave difficoltà per i giovani fa rabbia vedere che c’è chi può prendere corsie preferenziali per accedere a un’occupazione».
Una scelta che l’opposizione contesta tanto da chiedere le dimissioni del sindaco e dell’intera giunta.
Inoltre, sottolinea nuovamente, «non abbiamo mai strumentalizzato la disabilità di una persona, bensì, come è il nostro dovere di minoranza, monitorato una situazione che ci è parsa dubbiosa portando all’attenzione dei cittadini i dati di una delibera pubblica. La nostra è stata un’azione politica».
«Per quanto riguarda la minaccia di querela da parte del sindaco, lo consideriamo un tentativo di intimidirci poiché abbiamo colto nel segno – conclude Melillo – Ma non ci lasceremo intimidire, e, anzi, per favorire il lavoro della Procura della Repubblica, che in conseguenza della querela dovrà acquisire gli atti, saremo noi stessi nelle prossime ore ad inviarli accompagnati da un esposto».