di Annalisa Mastellone
Bagno di Gavorrano – Grande festa di fine anno venerdì scorso all’asilo nido “Tetto vagabondo”. Per l’occasione il sindaco Massimo Borghi e l’assessore alla Pubblica istruzione Valentina Cantini hanno tenuto una conferenza stampa per parlare delle novità relative alla riapertura, a settembre, dell’ex Centro giochi di via Curiel, a Bagno, trasformato in nido a inizio dello scorso anno scolastico. Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione per aiutare le famiglie disagiate con bambini in tenera età, soprattutto quando entrambi i genitori lavorano, e che già agli inizi di quest’anno ha registrato i primi successi, ospitando nuovi bambini.
«Siamo molto contenti dei primi mesi di attività come asilo nido – aveva detto, in un’intervista al Corriere di Maremma a febbraio, Silvia Caldara, educatrice e responsabile del “Tetto vagabondo”. Siamo felici di poter offrire un servizio completo sul territorio, garantendo l’orario continuato dalle 7,30 alle 16,30. In questi primi mesi abbiamo accolto 9 bambini in più. Ora sono 20, tra i 12 ed i 36 mesi di età, i bambini che ogni giorno ci vengono affidati dai genitori, e abbiamo anche bimbi stranieri provenienti da Germania, Australia, Nigeria, Inghilterra e Romania. Insomma una fotografia della società di oggi, sempre più integrata da culture diverse. Qui seguiamo il percorso didattico coordinato dalla cooperativa sociale Il Progetto di Pontedera. Siamo tre educatrici e ci occupiamo di programmare tutte le attività in base a un’attenta osservazione dei bambini, studiandone le inclinazioni, le esigenze e e risposte a determinate proposte, che quindi potremo modificare di volta in volta. Ad esempio, abbiamo adottato l’idea di un libro che, attraverso delle fiabe, raccolga il filo conduttore delle attività che ogni anno si incentreranno su tematiche diverse. Quest’anno, la favola del paese Granfacasso e della Regina che ama il silenzio potrà raccontare ai bambini due dimensioni, silenzio e rumori, che possono sperimentare direttamente, grazie all’aiuto di suoni, foto e disegni utili a stimolare fantasia e creatività. Alla fine daremo a tutti un diario che descrive il percorso di apprendimento di ogni bambino, dando vita così a una storia, la loro, nella storia, cioè la fiaba. Abbiamo già avuto un ottimo riscontro dai bambini, che imparano divertendosi moltissimo. Ed i genitori sono contenti. Questo – conclude l’educatrice – gratifica il lavoro di tutti noi che ci impegniamo con passione ogni giorno».
Al “Tetto vagabondo” tutto è ispirato al mondo delle fiabe. A partire dalla rete educativa regionale di cui l’asilo-nido di via Curiel fa parte, ovvero “Ali per volare”, un progetto dell’Arci provinciale di Grosseto, dedicato alle favole di Gianni Rodari – come quella che dà il nome al “Tetto vagabondo” – che si occupa di promuovere programmi educativi di qualità destinati all’infanzia. Dunque l’esperimento dell’asilo nido di Bagno sta raccogliendo i primi frutti, e tutta la squadra Borghi nei mesi scorsi si è detta molto orgogliosa e soddisfatta del successo del nuovo asilo nido, «che fornisce un servizio fondamentale per la nostra comunità, e con cui rispondiamo in maniera concreta a quella che è una forte richiesta del territorio».