GROSSETO – Confagricoltura si interroga sul futuro del settore vitivinicolo analizzando le maggiori novità introdotte con il regolamento comunitario che adotta un nuovo sistema di autorizzazione per gli impianti viticoli. Nei giorni scorsi è stata infatti convocata la sezione di prodotto specifica, presieduta da Ranieri Luigi Moris, alla quale hanno preso parte i principali nomi del “vino” che operano in Maremma, oltre a tanti soci .
“Dal primo gennaio 2016 – spiega il presidente – cambierà la normativa e il diritto di reimpianto come abbiamo conosciuto fino ad oggi non ci sarà più, sostituito da un nuovo sistema di gestione dei vigneti, valido fino al 2030, sottoforma di autorizzazioni non più cedibili (a meno di pochissimi casi specifici). Questa nuova gestione, permetterà di non perdere quote di mercato importanti perché impedisce squilibri sia in eccesso che in difetto, garantendo al tempo stesso un ordinato aumento degli impianti perché si ottiene una indicazione esatta di quanta superficie sarà aumentata”.
Tecnicamente tutti i diritti preesistenti saranno convertiti in autorizzazioni fino al 31 dicembre 2020 e comunque da realizzare entro tre anni dalla loro scadenza naturale. “In pratica – aggiunge Moris – non sarà più possibile comprare o vendere i diritti di reimpianto del vigneto; esisteranno solo le autorizzazioni, concesse gratuitamente su richiesta, con validità triennale. Se entro il terzo anno non saranno utilizzate scatterà una sanzione amministrativa proporzionata, efficace e dissuasiva. Circa l’etteraggio da concedere, si dovrà decidere entro il primo marzo di ogni anno, come pure se applicare criteri di ammissibilità, oppure assegnare le superfici su base proporzionale o se viceversa creare un sistema di criteri di priorità, tenendo conto che al massimo in Italia sono concedibili seimilacinquecento ettari, pari all’1% della superficie vitata nazionale (oggi stimata in 650mila ettari) che porterebbero ad un investimento complessivo valutabile in 260milioni di euro”.
Secondo il presidente Ranieri Luigi Moris questo sistema, pur essendo tutto da provare, “potrebbe garantire un aumento ordinato degli impianti viticoli dal 2016 al 2020, calmierandolo, senza disperdere nuove quote di mercato. Insomma, si avrebbe una maggiore salvaguardia e al contempo si eviterebbe il surplus di offerta e il rischio di svalutazione del prodotto”.
A livello nazionale l’assegnazione avverrà su base proporzionale verso chi ha già aperto un fascicolo aperto al SIAN e la superficie richiesta a vigneto non sia superiore a quella a seminativo in conduzione. Entro il primo maggio sarà aperto il bando, entro agosto il rilascio delle autorizzazioni (a validità triennale) che possono essere accettate o rifiutate entro il primo di ottobre.