GROSSETO – «Ad oggi non sono mai stato oggetto di avvicinamento ufficiale da chicchessia, anche se non nego di aver avuto segnali di apprezzamento da parte di qualche compagine politica». Antonfrancesco Vivarelli Colonna parla così di una sua possibile discesa in campo per le prossime amministrative per il Comune di Grosseto. Una presa di posizione per fugare le voci che da qualche giorno lo tirano i ballo per la corsa a sindaco del capoluogo della Maremma. «In questi giorni molto spesso vengo avvicinato da persone che mi chiedono se io sia il candidato del centrodestra e come mai io in tal senso non mi sia mai espresso, né smentendo, né avallando tali voci. Addirittura sembrerebbe da recenti articoli che io sia pronto a partire. Da persona pragmatica con mentalità imprenditoriale quale sono, sono abituato a prendere in considerazione e ad esercitare la mia capacità di discernimento e giudizio su cose che abbiano quantomeno un fondamento di realtà».
«Ribadisco che essere tirato in ballo dai giornalisti denota una certa stima nei miei confronti, che non può che farmi piacere, ma un conto è parlare del “sesso degli angeli” in un bar, un conto è parlare di una cosa così profonda, complessa ed eventuale origine di un grande cambiamento di vita, come correre per diventare amministratore della Cosa Pubblica. Fatto che non consente spazi a superficialità ed approssimazioni di alcun tipo. Perché io possa, con tutti i miei incarichi, che mi vedono comunque inserito in un percorso per me di grande soddisfazione e anche di positivo riscontro per Grosseto e per la Maremma, smentire o assentire su un qualcosa, bisogna che quel qualcosa ci sia e abbia un fondamento, altrimenti preferisco dedicare il mio tempo a fare ciò per cui sono stato chiamato in Confagricoltura e Coagri e dai miei azionisti in Grosseto Fiere, società partecipata che sta sperimentando un periodo di grande rilancio e offrirà grandi sorprese per il 2016».
«Non posso quindi dire che accoglierei una candidatura, perché non so se esista un insieme di variabili che, qualora si verificasse, renderebbe per me ricevibile la proposta. Proposta che per me non dovrebbe necessariamente avere targhe politiche particolari ma saldi contenuti programmatici e strutturali nonché larga condivisione per garantire governabilità e stabilità. Grosseto ha bisogno di questo. Perché io fossi propenso ad accettare un’eventuale scesa in politica si dovrebbero verificare certe condizioni tali che io possa serenamente rendermi disponibile a rivoluzionare la mia vita, ripensare totalmente la mia strategia esistenziale, e questo richiederebbe, anche qualora vi fosse totale unitarietà sul mio nome, del tempo. Una cosa è certa, più in là si va nel calendario, più si allontana da me questa opzione di vita. Le cose così importanti richiedono tanto tempo e dedizione, e anche se le amministrative sembrano lontane, per la mole di lavoro da sviluppare, sono, secondo me, anche troppo vicine».