GROSSETO – «I nodi vengono al pettine e non a caso si cerca di fare in fretta per evitare che tra pochi mesi, in piena campagna elettorale, le 400 famiglie si ricordino chi le ha costrette a pagare a prezzi di mercato, quello che doveva essere un acquisto di prima casa a prezzi calmierati». Fabrizio Rossi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale interviene sul Peep Pizzetti.
«L’atteggiamento del Comune di Grosseto, già due anni fa, sembrava sin troppo ambiguo – ricorda Rossi -. Nell’ottobre del 2013, io iniziai a sollevare il problema dopo aver letto la delibera di giunta che incaricava l’ente a fare ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte di Appello di Firenze. L’amministrazione disertò le commissioni convocate dal presidente Angelini e così fecero quasi la totalità delle coop. coinvolte. Era inevitabile e scontato che l’amministrazione e le cooperative avrebbero dovuto scaricare sui proprietari le somme dovute alle Cavalli, poiché il Comune di Grosseto era stato condannato a risarcire i proprietari dei terreni per oltre otto milioni di euro e, in virtù di convenzioni con le cooperative e con i contratti di assegnazione, il peso sarebbe stato sostenuto da coloro che nessuna responsabilità avevano avuto nell’esproprio dei terreni».
«Il supplemento da versare per le 400 famiglie, una cifra che si aggira tra i 15 mila ai 30 mila euro ciascuna, in base alle dimensioni delle abitazione – precisa Rossi -, risulta chiaramente una beffa considerato che, se avessero comprato nel mercato libero, non avrebbero subito i vincoli e le limitazioni che ogni area PEEP prevede. I nodi quindi vengono al pettine, l’amministrazione sapeva e le cooperative erano al corrente che il peso l’avrebbero sostenuto i cittadini, sottoscrivendo i contratti che prevedevano un conguaglio che, al contrario, si è rivelato un salasso. Il gruppo di Fratelli d’Italia darà battaglia in consiglio comunale e sfilerà la sua scheda non partecipando al voto finale, per protestare contro l’ennesimo atto di arroganza degli amministratori locali».