GROSSETO – Voleva inscenare un furto, per questo dopo aver messo a soqquadro la camera, aver aperto cassetti e armadi ha preso soldi e gioielli e li ha nascosti sul tetto dell’abitazione della madre. È quanto ha ammesso lo Stesso Giuseppe Di Gioia, 47 anni, l’uomo in carcere a Grosseto accusato dell’omicidio dell’anziana madre Domata Muccio, avvenuto sabato scorso in via Sauro a Grosseto. È la stessa procura, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia che ha convalidato l’arresto dell’uomo, a raccontare l’evoluzione delle indagini e quanto sinora accertato.
Il procuratore Raffaella Capasso e sostituto procuratore della repubblica Laura D’Amelio (nella foto), che ieri ha disposto la permanenza in carcere di Di Gioia, in una nota ricostruiscono l’accaduto. Sabato il 118 è intervenuto per soccorrere una persona, ma la situazione trovata in casa ha portato i sanitari ad avvertire la polizia. È stato lo stesso Di Gioia ad attendere gli agenti in strada. La madre era riversa a terra, in posizione supina.
La figlia della donna, Maria, aveva invece raccontato di aver tentato di contattare telefonicamente la madre alle 14.50, e di non esserci riuscita. Per questo aveva choiamato il fratello che aveva pranzato con l’anziana. Lui aveva detto di averla lasciata alle 14. i due si erano recati assieme a casa trovando la donna già morta.
All’arrivo della polizia l’uomo era molto agitato, e ha raccontato che poco prima era entrato in casa assieme alla sorella Maria e aveva trovato la madre a terra, in cucina. Aveva anche raccontato di aver trovato l’appartamento sottosopra, soprattutto la zona notte della casa. I cassetti erano sul tavolo, gli armadi aperti. Il modus operandi però non era quello tipico dei ladri: la porta non era stata forzata, ed era chiusa solo col battente, senza mandate, cosa che l’anziana non faceva mai, preferendo, per sicurezza, chiudersi dentro.
Alla fine Di Gioia ha ammesso di aver fatto sparire lui i gioielli e i soldi, nascondendoli sul tetto per inscenare un furto e nascondere così che la madre si era sentita male mentre litigava con lui. Il medico legale da una prima analisi ha stabilito che la morte potrebbe essere sopraggiunta tra le 13 e le 14. inoltre l’autopsia ha sì confermato che il decesso è stato determinato da una crisi cardiorespiratoria, ma che comunque sul corpo ci sono segni che dimostrano come tra aggressore e vittima ci siano stati dei contatti.
Di Gioia aveva anche tenuto per sé la chiave di casa della donna. Tutto questo, unito al fatto che l’uomo aveva problemi economici e che anche in passato aveva chiesto soldi alla madre ha portato la procura non solo a convalidare l’arresto con l’accusa di omicidio ma a disporre la custodia cautelare in carcere.