MILANO – “Pericoli e conseguenze delle diete fai da te. A spasso tra i falsi miti in tv e sul web”. Questo il tema dell’incontro presentato all’Expo di Milano e al quale ha partecipato il il follonichese Marco Buccianti, dietista e consigliere nazionale dell’Associazione italiana dietetica e nutrizione clinica onlus.
I programmi tv, i social network ed il web possono far credere che basta un coach in rete per poter dimagrire oppure bastano poche informazioni per poter raggiungere un buono stato di salute. Comportamenti azzardati ed impropri posso determinare importanti carenze e rapide perdite di peso dannose per la salute. Inoltre coloro che tendono a seguire costantemente un regime dietetico potrebbero sviluppare più facilmente un disturbo del comportamento alimentare. Pertanto il consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un serio e qualificato professionista della nutrizione che saprà consigliare meglio di qualsiasi guru scovato online, evitando regimi alimentari autogestiti.
Dati allarmanti emergono dall’osservatorio sui consumi e sulle tendenze adolescenziali con un lavoro di ricerca su circa 2.500 adolescenti selezionati in varie scuole secondarie di secondo grado, dal nord al sud Italia. Del campione totale il 33% ha seguito una dieta e la quasi totalità per dimagrire e per una non accettazione del proprio corpo. Solo un 3% degli adolescenti segue una dieta per problemi legati alla salute o alla attività sportiva. La dieta è seguita soprattutto dalle ragazze (circa il 20%). Il 2,5% ha preso anche farmaci per dimagrire, di cui l’1,2 sono femmine. L’11% degli adolescenti segue una dieta “fai da te”, il 3% una indicata dagli amici, il 2% ha scaricato una App specifica sul telefonino e circa il 2% segue le indicazioni trovate in rete.
Solo un 13% si rivolge a medici specialistici. La maggior parte delle ragazze controlla il proprio peso ogni giorno o più volte al giorno e una volta a settima, rispetto ai coetanei che lo controllano maggiormente una volta al mese o non lo controllano affatto. Quasi l’80% dei maschi e delle femmine si guarda spesso allo specchio e circa il 50% ritiene che il proprio peso sia giusto, il 33% che debba diminuire e l’11% che debba aumentare. Sono maggiormente i maschi ad avere la percezione di un peso corporeo adeguato o inferiore alla media, mentre le femmine sono maggiormente insoddisfatte e sono convinte che il proprio peso debba calare.
Il dato allarmante è che la percentuale di adolescenti che segue una dieta è piuttosto alta, ma la cosa più preoccupante è che in genere si affidano al “fai da te” che, in una fase di crescita e di sviluppo psicofisico, può essere molto pericoloso. La motivazione che spinge a seguire un’alimentazione è legata alla perdita di peso che in questa fase, se sommata ad altri fattori, tra cui alcuni insiti nella adolescenza stessa, possono rappresentare dei campanelli d’allarme per una problematica alimentare. Il problema è relativo non solo ai Disturbi Alimentari conclamati, ,ma anche a quelli sotto-soglia, quelli più nascosti, ma che condizionano la vita di troppi adolescenti che con il tempo possono stabilizzarsi e conclamarsi in una vera e propria patologia alimentare.
Dati che sono stati confrontati, durante l’incontro, anche con quelli della Società italiana medicina adolescenziale e laboratorio adolescenza. Secondo l’indagine “alimenti” per crescere realizzata su un campione nazionale rappresentativo di 2153 studenti (1103 maschi – 1050 femmine) frequentanti la classe terza media inferiore. Ad aver già fatto una dieta è il 22% dei maschi e il 28% delle femmine (ma un ulteriore 17% dice di volerla fare). E solo un terzo di chi ha seguito una dieta si è affidato alle indicazioni di un medico: il 40% delle femmine ha deciso da sola cosa e quanto mangiare, mentre il rimanente 30% si è affidata a suggerimenti non professionali (genitori, amiche, tv, Internet…). Si conferma quindi la cattiva abitudine degli adolescenti (in particolare delle femmine) a seguire diete alimentare “autoprescritte”.