GROSSETO – Di un nuova organizzazione degli enti locali e della fusione di comuni è da tempo che se ne parla, ma adesso un’accelerazione alla discussione è arrivata dal Partito democratico che, nella convention di due giorni fa a Empoli, ha rilanciato l’idea di fare della Toscana un laboratorio sul futuro delle amministrazioni comunali.
Presente al tavolo regionale, che ha affrontato proprio il tema delle fusioni, anche Marco Simiani, segretario provinciale del Pd (nella foto).
«Oggi quella della fusione – dice Simiani – è una prospettiva concreta per i comuni della Toscana ed è giusto che Regione da una parte e Partito democratico dall’altra vogliano puntarci. Oggi scegliere la via della fusione significa avere benefici finanziari importanti per i comuni come la possibilità per cinque anni di non tenere contro del patto di stabilità per gli investimenti sul territorio».
La questione è però molto più complessa e il ragionamento che fa Simiani parte soprautto dalla consapevolezza che i comuni oggi hanno una missione essenziale da portare avanti: quella della sostenibilità dei conti e dei servizi da garantire ai cittadini.
«Per palrare di fusioni è necessario tener conto anche delle identità dei vari territori. Un conto è farle nella piana fiorentina e un altro è attuarle qui in provincia di Grosseto dove le distanze sono ben diverse così come le esigenze».
Per il Pd maremmano insomma le fusioni sono un’opportunità, «ma quello che conta di più è la visione complessiva del territorio». Fusioni o meno, in altre parole, l’aspetto che non può più essere ignorato è che con la riforma delle province «i sindaci devono capire che non si può più amministrare guardando solo ai confini comunali, ma bisogna farlo pensando a tutto il territorio».
È una questione di strategia e di visione. «I comuni devono organizzarsi e ormai anche le gestioni associate non bastano più. Le risorse sono sempre minori e quello che si deve fare, è trovare il modo di dare risposte ai cittadini».
Si tratta in fondo di una rivoluzione culturale che dovrà vedere camabiare anche la Regione da ente programmatore a soggetto che amministra, ma l’indicazione che arriva anche dal Pd maremmano è chiara: bisogna ridisegnare i comuni perché dovranno essere loro a guidare anche la provincia.